La vedova di Giorgio Almirante, considerata memoria storica della destra italiana, ricorda il 10 marzo 1946

Il suffragio universale "fu un evento di spettacolo" perché in fondo le donne "ieri, come oggi, erano presenti fisicamente ma non mentalmente". Assunta Almirante, vedova di Giorgio, considerata la memoria storica della destra italiana, ricorda perfettamente quel 10 marzo del 1946, ma non lo riconosce come giorno 'di svolta' per la condizione femminile. La signora Assunta, 90 anni, che per una manciata di mesi non partecipò al primo voto aperto alle donne, condivide con LaPresse i ricordi e le impressioni di una giornata che comunque resta storica per l'Italia, ma su cui la vedova di Almirante rileva: "Si preferiva,  perché faceva comodo, fare le ancelle. Forte, decisa, una voce ascoltata e rispettata della politica italiana, centro dei salotti romani, non ha difficoltà nel dire: "Io sono sempre stata un capo famiglia. In quel periodo dirigevo le aziende agricole" a Catanzaro "e non era una cosa ovvia. Ogni giorno avevo a che fare con gli uomini,  uomini che avevano di certo qualche difficoltà a prendere ordini da una donna". E di momenti duri ce ne sono stati ma, ammette donna Assunta,  "non mi sono mai sentita messa all'angolo ,  certamente non era un periodo facile, soprattutto per una donna, perché bisognava lottare con i gomiti per cercare di avere quello che per legge ci spettava. E io però  non ho mai scelto una strada di comodo. Insomma ho deciso di non fare l'ancella, ma la capobanda".
 

© Copyright LaPresse - Riproduzione Riservata

Tag: