Scontro Draghi-Germania sulle politiche decise dalla Bce per rilanciare la ripresa nell'eurozona.

"Draghi ha fatto bene a rispondere e per altro non poteva dire che quello che ha detto". Lucrezia Reichlin economista ed esperta di questioni europee, dalla sua casa di Londra risponde alle domande de LaPresse sull'ultimo scontro che si è aperto tra Mario Draghi e la Germania sulle politiche decise dalla Bce per rilanciare la ripresa nell'eurozona.

Come giudica questo scontro tra Draghi e il ministro dell'economia tedesca?

Ci dice quanto sia fragile l'equilibrio europeo, quanto sia difficile individuare una politica europea comune.

Colpa della vocazione di Berlino a voler guidare l'Europa?

Non credo che esista una vera volontà egemonica da parte della Germania. C'è una obiettiva difficoltà per i governi europei e per Bruxelles a tenere insieme tutti i pezzi dell'Unione. Operazione tanto più difficile quanto sarà debole la ripresa perchè alla fine il braccio di ferro è sempre tra paesi creditori e paesi debitori.

Cosa manca dunque all'Europa per una politica comune che garantisca una stabile ripresa o quantomeno la favorisca?

Mancano gli strumenti, per esempio, per avviare un percorso che riporti la domanda sul piano fiscale e questo è in larga misura determinato dal fatto che il debito pubblico di alcuni paesi costituisce un impedimento a trovare comuni linee d'azione.

Ma alla fine Draghi ha torto o ha ragione nel rivendicare l'indipendenza della Bce?

Ha ragione anche perchè la Bce è l'unica istituzione comunitaria europea veramente libera dai condizionamenti politici. Ma quanto può durare questa indipendenza se, lo ripeto, non ci sarà una vera ripresa economica?

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