L'ex presidente aveva chiesto a Confindustria di valutare un rafforzamento patrimoniale

Il presidente del Consiglio di amministrazione del Sole 24 Ore, Giorgio Squinzi, e altri cinque consiglieri si sono dimessi. Si tratta di Livia Pomodoro, Claudia Parzani, Carlo Pesenti, Mauro Chiassarini e Maria Carmela Colaiacovo. Ieri l'amministratore delegato Gabriele Dal Torchio ha comunicato alla società di aver ricevuto una lettera di dimissioni "irrevocabilmente sin d'ora e con efficacia immediata" di Squinzi e di quattro consiglieri. Colaiacovo, invece, ha presentato le sue dimissioni oggi. La decisione è stata presa, si legge in una nota, "anche in considerazione della richiesta avanzata dal socio di maggioranza circa la disponibilità dei consiglieri a rimettere il proprio mandato – nell'interesse della società e della preservazione della stessa".

Il 27 settembre Squinzi aveva chiesto a Confindustria "la disponibilità a valutare positivamente il proprio sostegno ad un'operazione di rafforzamento patrimoniale per quanto di competenza". Nella stessa lettera, il presidente del Cda aveva parlato della disponibilità dei consiglieri di "rimettere il mandato qualora ciò fosse funzionale ad agevolare la realizzazione dell'operazione di rafforzamento patrimoniale".

Due giorni dopo, il 29 settembre, il presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia, aveva assicurato "la disponibilità, per la percentuale di competenza, a valutare positivamente un'eventuale operazione di rafforzamento patrimoniale – finalizzata a ricostituire, fino al valore attuale, il capitale sociale nella misura in cui lo stesso potrà risultare eroso a seguito della esecuzione delle azioni che si renderanno necessarie per attuare il piano industriale – previo esame e condivisione da parte nostra dei termini, dei tempi e delle condizioni dei possibili interventi sul capitale". Inoltre, aveva aggiunto Boccia, "laddove gli altri soci non dovessero supportare la società per la percentuale di loro competenza, ci potremmo rendere disponibili a valutare anche la possibilità di attivare forme tecniche di intervento di importo equivalente". Nella stessa lettera l'azionista Confindustria aveva preso "atto della (…) disponibilità a rimettere il mandato di amministratori laddove ciò fosse funzionale ad agevolare la realizzazione dell'operazione".
 

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