Con la chiarezza che è il suo tratto distintivo, il fisico teorico, spiega che viaggiare indietro nel tempo non è necessariamente impossibile

"Sembra che non sia possibile, ma a priori non c'è nulla che davvero lo vieta". Con la chiarezza che è il suo tratto distintivo, Carlo Rovelli, fisico teorico, spiega che viaggiare indietro nel tempo non è necessariamente impossibile. Certamente, chiarisce, è possibile invece saltare avanti nel tempo. In teoria di quanto si vuole, ma non abbiamo ancora la tecnologia per farlo e quindi ci dobbiamo accontentare di esperimenti su frazioni di secondo. Veronese, 61 anni, tra i fondatori della teoria della gravità quantistica a loop, ha all'attivo diversi libri divulgativi, alcuni dei quali raccontano la storia delle idee che oggi segnano la nostra percezione delle cose a partire dall'antica Grecia. Nel 2014 ha attirato l'attenzione del mondo con 'Sette brevi lezioni di fisica', un libello agile e alla portata di tutti che con una prosa ricca e piacevole accompagna il lettore nell'affascinante e sorprendente mondo della fisica teorica. Il testo ha raccolto un successo straordinario ed è stato tradotto in oltre quaranta lingue.

Ora Rovelli ci riprova, con 'L'ordine del tempo', da maggio nelle librerie. Più impegnativo, ma anche denso di sorprese. La lezione più importante che Rovelli ci insegna, però, non è sulla fisica ma su di noi: bisogna dubitare sempre, anche dei nostri sensi, anche della nostra stessa razionalità. D'altra parte, dice, "non è la ragione che ci motiva. La ragione è solo uno strumento, che comunque è sciocco non usare".

Lei ha scritto già diversi libri scientifici divulgativi. Il filo conduttore sembra essere il rapporto tra ciò che appare e ciò che invece scientificamente si è potuto comprendere. In questo caso ha scelto un tema specifico e anche molto complesso come la relatività. Come mai?  

"Non c'è un vero filo conduttore nei miei libri. Ciascuno è nato da un'occasione particolare. Il tema specifico dell'ultimo libro è la natura del tempo. Sulla natura del tempo la fisica ci ha insegnato cose sorprendenti: non solo la relatività, ma anche la termodinamica, e la meccanica quantistica. Ma nel libro non mi limito a raccontare questo. Mi interrogo su cosa sia il tempo per noi, il tempo che ci sfugge ed è la sorgente sia della nostra vita che del nostro dolore".

In generale i suoi testi sembrano un inno alla razionalità e un invito a diffidare dei propri sensi, che spesso portano a sbagliare, dal sole che gira intorno alla terra fino alla percezione del tempo. Questo portebbe sicuramente aiutare un pianeta sempre più ostaggio di isterismi e sondaggi. Ma come riportare questo approccio al centro del dibattito pubblico? Ha suggerimenti a questo proposito?  

"I miei libri non sono un inno alla razionalità. Al contrario, uno dei temi principali su cui ritorno spesso sono proprio i limiti della razionalità, che è solo uno strumento, molto limitato e impreciso.  Nel libro dico espressamente che non è la ragione che ci motiva.  La ragione è solo uno strumento, che comunque è sciocco non usare".

"Nel testo lei spiega che il tempo scorre più lentamente in pianura e più velocemente in montagna, perché rallenta dove c'è una massa con grande forza di gravità. Insomma il tempo scorre più lento su Giove, dove c'è una gravità più forte, e ancora più lento su una stella. Quindi se avessimo il teletrasporto e non corressimo il rischio di bruciarci potremmo andare sul sole, aspettare un mese e ritrovare al ritorno una terra su cui è passato un anno? Saltando su corpi di gravità diversa potremmo in questo modo accelerare o rallentare il tempo a nostro piacimento?  

"Si, certamente. Non si tratta di fantascenza.  Si tratta di cose che comprendiamo bene e sono state largamente confermate dall'esperienza".

Nel suo libro spiega che non esiste un presente ma che i diversi presenti sono collegati in modo tale che non è sempre possibile stabilire se uno venga prima o dopo l'altro. Non potremmo però mai tornare indietro?

"Questo non lo sappiamo. Sembra ?che non sia possibile, ma a priori non c'è nulla che davvero lo vieta".

Nel suo libro, per le illustrazioni sugli effetti sorprendenti del tempo, ha utilizzato i puffi, i personaggi del cartone animato belga. Il libro ne guadagna sicuramente in ironia e freschezza. Perché questa scelta?  

"I puffi nascono come fumetto, prima di essere ? cartoni animati, e io li ho conoscuiti in questa forma. Perché li ho usati nel testo? Perché io amo molto i puffi.  Spesso quando guardo noi essere umani arrabattarci tanto mi vengono in mente i puffi e mi sembrano tutti un po' puffi".

Al di là dei possibili effetti teorici, cosa concretamente comporta per noi la relatività?
 

"Niente. Proprio niente. Come non comportano effettivamente nulla per noi Beethoven, la filosofia, un tramonto, la letteratura, la Bibbia, sapere che ci siamo evoluti dalle scimmie, guardare le piramidi, o sapere che esiste la Cina".
 

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