Gli edifici sono stati attaccati nel centro di Santiago. Si segue la pista anarchica

Attacchi incendiari nelle chiese e negli edifici di culto, occupazione della nunziatura apostolica: Papa Francesco atterrerà in Cile lunedì 15 e a poche ore dal suo arrivo, un gruppo di anarchici e attivisti spaventa Santiago, già sotto massima sorveglianza. "Il problema non è la fede, ma i milioni che si spendono", scrive su Twitter l'attivista politica Roxana Miranda, ex candidata alla presidenza del Paese, motivando l'occupazione della sede della nunziatura, dove Bergoglio risiederà.

Le chiese – Santa Isabella d'Ungheria, Emmanuel de Recoleta e Cristo Vencedor di Peñalolén – sono state attaccate all'alba, mentre gli attacchi al santuario Cristo Pobre di Matucana e alla parrocchia di Jesús Maestro sono stati sventati. Nessuna rivendicazione per il momento, anche se il comandante della polizia cilena Gonzalo Araya segue la pista anarchica. "Quello che è successo ieri è molto strano, perché non si tratta di un gruppo in particolare", ha riferito la presidente Michelle Bachelet. Gli attacchi "presentano delle somiglianze, ma non sono necessariamente collegati", riferisce il segretario di Stato per l'Interno, Mahmud Aleuy.

Gli organizzatori locali della visita del Pontefice non si dicono preoccupati, per loro non si tratta di attacchi terroristici, ma di atti di vandalismo compiuti per attirare l'attenzione. "Non è purtroppo una sorpresa per noi qui in Cile che accadano queste cose", racconta al Sir padre Felipe Herrera, portavoce della Commissione nazionale della visita. "Sono opera di piccoli gruppi che agiscono, non soltanto contro la Chiesa ma in occasioni di altri eventi importanti". Le declassa a "proteste violente": "Lanciano bottiglie incendiarie o panni imbevuti di benzina per appiccare il fuoco. Poi lasciano messaggi dicendo cose brutte. Agiscono nella notte e in questo caso hanno preso di mira chiese piccole e povere, frequentate da gente povera". Di certo, per il sacerdote, "lo scontento sociale è altissimo": "Dicono che la Chiesa sia complice. Sono gruppi anti-sistema". Nessuna preoccupazione della chiesa locale per la riuscita della visita di Bergoglio, solo un "dolore profondo".

Anche l'arcidiocesi di Santiago si dice addolorata: questi gesti "contraddicono lo spirito di pace che anima la visita del Papa", si legge in una una nota ufficiale. Il vescovo, il card. Ricardo Ezzati, invita alla calma, al dialogo e a non rinunciare alla presenza alle celebrazioni della prossima settimana assieme al Papa: "ci porta un messaggio di speranza e amore". "Questi gesti di una minoranza minima invece di crearci sconforto, mettono il nostro cuore in uno stato di attesa e speranza ancora più grande – afferma -. Noi sappiamo che l'amore di Cristo supera tutto e arriva a tutti e siamo animati da una grandissima speranza e da una grandissima fiducia. Il popolo cileno aspetta la voce del Papa".

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