Esce l'album 'The City', ambizioso progetto del leader dei Subsonica con Daniele Mana ed Emanuele Cisi

Trasformare i suoni e i rumori della città in musica. E' l'ambizioso progetto dei MCDM (Materia che diventa musica), il duo formato da Max Casacci (storico componente dei Subsonica) e Daniele Mana (grande nome della musica elettronica torinese). Dopo le esperienze di Glasstress, album basato sui rumori della lavorazione del vetro, presentato alla Biennale d'arte di Venezia 2011, e la recente collaborazione con la scuderia Toro Rosso, per la quale hanno realizzato un brano utilizzando esclusivamente i rumori della monoposto, questa volta i due si sono uniti al sassofonista e compositore jazz Emanuele Cisi per portare i suoni urbani nella musica.

La città prescelta è, ovviamente, quella di appartenenza dei tre: Torino. Per settimane Max Casacci e Daniele Mana hanno 'rubato' rumori e suoni alla strada: da quelli del lavoro in fabbrica a quelli stradali e dei mezzi di trasporto, da mercati e fontane a campane, chiese, manifestazioni. Ma anche negli eleganti bar del centro e negli stadi, con il battito di mani dei tifosi del Toro e i cori di quelli della Juventus. Un'esperienza immersiva nei suoni della città che diventa, come racconta lo stesso Max Casacci, "una dichiarazione d'amore nei confronti di Torino".

'The City', questo il titolo dell'album, è un progetto che unisce diversi mondi: sicuramente l'elettronica e il jazz, ma anche l'hip hop grazie alla partecipazione di Ensi (anche lui torinese e uno dei più acclamati nomi del freestyle italiano), fino a lambire il pop, spiega Max Casacci. Alla base del disco, un'idea: "Togliere la batteria – racconta Casacci – e introdurre direttamente i rumori della città, per poi scoprire che tagliati, intonati, compressi e equalizzati, non risultano così ostici né tanto meno alienanti". "Un lavoro collettivo, un ping pong di stimoli", lo definisce Cisi, che trova "naturale mettere la musica a servizio di sonorità completamente diverse", lasciando da parte lo 'snobismo' del jazz. E, proprio per questo, all'album hanno partecipato grandi nomi della ricca scena jazz torinese e internazionale. Due su tutti: Enrico Rava e Furio Di Castri.

"Mi sentivo in soggezione – commenta Casacci – ad avere in studio Enrico Rava. Non ho mai neanche sognato di poter suonare con lui su un palco. Ma la potenza del progetto è stata una motivazione forte per tutti". E se, come dice Max, mentre per il pop e il rock la provenienza torinese gioca a sfavore, nel jazz diventa un punto di forza. Questo progetto "ha ambizioni internazionali e può avere la giusta risonanza, se verrà messo in condizioni, come stiamo cercando di fare".

© Copyright LaPresse - Riproduzione Riservata

Tag: