Secondo Uci e Wada non ha fatto uso di sostanze dopanti durante la Vuelta 2017. "Sono sollevato di mettermi alle spalle questa storia"
L'incubo è finito: Chris Froome alla Vuelta non ha fatto uso di sostanze dopanti e pertanto potrà prendere parte regolarmente al Tour de France al via la prossima settimana. A conclusione di una vicenda spinosissima, che ha creato non poche polemiche nel mondo del ciclismo, l'Unione Ciclistica Internazionale ha annunciato in una nota l'archiviazione del "procedimento antidoping che ha coinvolto Christopher Froome".
"Sono grato e sollevato di poter finalmente mettermi alle spalle questo capitolo. Sono stati 9 mesi emotivamente intensi. Grazie a tutti quelli che mi hanno sostenuto e che hanno creduto in me", il primo commento di Froome su Twitter. "Sono molto contento che l'UCI mi abbia scagionato", ha detto successivamente Froome in una dichiarazione rilasciata dal Team Sky. "Questa decisione è ovviamente una grande notizia per me e per il Team, ma è anche un momento importante per il ciclismo", ha aggiunto il campione britannico.
Froome, quattro volte vincitore del Tour de France e fresca maglia rosa al Giro d'Italia, era da mesi nell'occhio del ciclone dopo essere risultato positivo all'uso di salbutamolo in un controllo effettuato il 20 settembre 2017 alla Vuelta di Spagna. L'inglese si è sempre difeso dinanzi alla presenza di una concentrazione di salbutamolo superiore a 1000 ng/ml come previsto dal regolamento, sostenendo che la sostanza era contenuta in un farmaco per l'asma. In passato proprio per l'uso di salbutamolo, atleti come Alessandro Petacchi e Diego Ulissi erano stati duramente sanzionati.
Nella lunga nota l'UCI, nel ripercorrere tutto l'iter della vicenda e di come si è proceduto, ha ribadito di aver "preso in considerazione tutte le prove rilevanti nel dettaglio (in consultazione con i propri esperti ed esperti della WADA)". La Federazione internazionale ha quindi annunciato che "il 28 giugno 2018, la WADA ha informato l'UCI che avrebbe accettato, sulla base dei fatti specifici del caso, che i risultati del campione del sig. Froome non costituivano un AAF (Esito avverso, ndr)" e quindi una violazione. Pertanto l'UCI "ha deciso, in base alla posizione della WADA, di archiviare il procedimento contro il sig. Froome". Nel comunicato, l'UCI ha replicato anche alle critiche sulla tempistica della decisione sul caso Froome spiegando che "sebbene l'UCI avrebbe ovviamente preferito che il procedimento fosse finalizzato prima, doveva garantire che Froome avesse un processo equo, come avrebbe fatto con qualsiasi altro ciclista, e che fosse stata emessa la decisione corretta. Avendo ricevuto la posizione della WADA il 28 giugno 2018, l'UCI ha preparato ed emesso la sua decisione formale motivata il più rapidamente possibile".
L'UCI, infine, "comprende che ci sarà una discussione significativa su questa decisione, ma desidera rassicurare tutti coloro che sono coinvolti o interessati al ciclismo che la sua decisione è basata su pareri di esperti, sul parere della WADA e su una valutazione completa dei fatti. L'UCI spera che il mondo del ciclismo possa ora concentrarsi e godersi le prossime gare in calendario". A questo punto Froome potrà prendere parte al prossimo Tour de France, con gli organizzatori e il patron Christian Prudhomme in primis che hanno subito fatto marcia indietro rispetto alla iniziale decisione presa ieri di rigettare l'iscrizione del quattro volte vincitore della corsa francese dichiarandolo "non gradito", "per difendere l'immagine della manifestazione".
Il team Sky aveva subito presentato ricorso e per domani è attesa la decisione della Camera arbitrale del Comitato Olimpico Francese, che a questo punto sarà del tutto un 'pro forma'. "Più di chiunque altro ho sofferto la frustrazione per quanto sia andata per le lunghe. E ora sono felice che sia finalmente finita. Ora possiamo concentrarci tutti sul Tour", ha concluso Froome che sulle strade di Francia andrà a caccia della sua quinta maglia gialla consecutiva
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