Manifestazioni anche in altre città del Paese per dire stop al presidente

Decine di migliaia di persone hanno marciato sotto il sole abbagliante a Parigi, nel corteo convocato dalla sinistra radicale per fare 'La festa a Macron' e protestare contro le sue politiche e riforme. La France insoumise, il cui deputato François Ruffin ha promosso la marcia, ha rivendicato la partecipazione di 160mila persone per "dire Stop a Macron". La prefettura ha fornito una stima quattro volte minore, 40mila partecipanti, e il collettivo di media Occurence che ne ha stimati 38.900. Manifestazioni parallele si sono svolte in varie altre città, tra cui Bordeaux e Tolosa, e gli organizzatori hanno previsto una nuova giornata di proteste per il 26 maggio. "Siate la marea umana che cambia la storia!", ha invocato il leader della France insoumise, Jean-Luc Mélenchon.

"Non è l'afflusso immenso che era stato annunciato", ha commentato a Parigi il ministro dell'Interno, Gérard Collomb, che ha anche condannato l'attacco di un furgone della radio Franceinfo. Il veicolo è stato colpito da un candelotto di fumogeno, con un vetro di finestrino andato in frantumi, mentre all'interno non c'era nessuno, e la polizia ha reagito lanciando gas lacrimogeni. "Quando la stampa viene attaccata, non c'è più limite", ha aggiunto Collomb. A parte questo momento di tensione, il corteo si è svolto in modo pacifico e festoso, così come avevano chiesto gli organizzatori. Il timore di scontri era alto, dopo che il primo maggio circa 1.200 militanti della sinistra radicale bollati come black bloc hanno causato violenze. Gli organizzatori del corteo avevano previsto per oggi un doppio servizio d'ordine, mentre le autorità hanno dispiegato 2mila agenti, 500 in più rispetto al primo maggio.

Il corteo è partito da place de l'Opera, per passare a place de la Republique e arrivare alla Bastiglia, dove è stato programmato un concerto. Nel corteo hanno sfilato anche un Macron in veste di banchiere-re con corda al collo, un altro in versione Dracula, un altro in stile Napoleone e uno Giove (termine con cui il presidente viene accusato di essere imperioso e autoritario). Da quando un anno fa è arrivato all'Eliseo, il 40enne si è impegnato a "trasformare" la Francia. E velocemente si è attirato, con le sue riforme tra cui del lavoro e dell'istruzione, le ire dei sindacati. Gli è anche stato affibbiato l'epiteto di "presidente dei ricchi". Una serie di massicci e continui scioperi e proteste sta segnando il suo mandato. La sinistra radicale e alcuni sindacati sperano di far "convergere" le loro "lotte", per farlo retrocedere dalla "frattura sociale". "Viva i dipendenti di Air France, viva i ferrovieri, viva i dipendenti degli ospedali pubblici, viva gli avvocati, gloria ai funzionari", ha detto Mélenchon alla folla, facendo riferimento ai vari settori colpiti dalle riforme di Macron. Oppositore 'numero uno' del presidente, Mélenchon ha parlato da un pullman su cui campeggiava la scritta: "Quando tutto sarà privato, saremo privati di tutto".

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