La denuncia del segretario del partito per la tutela dei militari Comellini. Ma la Marina assicura: "Facili allarmismi"

Nessun cambio di programma per la fregata europea multimissione Margottini, partita da La Spezia lo scorso 20 febbraio, nonostante ieri sia scattato l'allerta legionella. A segnalare la presenza del batterio a bordo è stato il segretario del partito per la tutela dei militari, Luca Marco Comellini, che in rete ha pubblicato un lungo post, chiedendo che la nave – al momento in navigazione nelle acque del Mar Rosso, diretta verso l'Oceano Indiano per prendere parte all'operazione europea anti-pirateria europea Atlanata – rientri in Italia.

Alla base dell'allarme lanciato da Comellini e subito rimbalzato on line, ci sono alcune analisi effettuate sulle acque di bordo destinate al consumo umano, effettuate diversi giorni prima della partenza della fregata da La Spezia. Accertamenti che hanno rilevato, a quanto ha ricostruito Comellini, la presenza del batterio altamente contagioso, che nei casi più gravi può condurre anche alla morte, e di altre anomalie. Una situazione che per il segretario del partito per la tutela dei militari sarebbe dovuta a carenze nella manutenzione e metterebbe a rischio la salute dei 160 componenti dell'equipaggio. E non si tratterebbe di un caso isolato. Anche le ultime analisi svolte a bordo della fregata Rizzo, varata nel 2017, presenterebbero dati allarmanti, tra cui la presenza di batteri e di sostanze chimiche come i triolimetani (altamente inquinanti e considerati cancerogene) nell'acqua destinata all'equipaggio. Anche qui la causa sarebbe da ricondurre alle carenze nella cura del depuratore e desalinizzatore di bordo.

Davanti a quello che definisce un forte "disinteresse" da parte dei vertici militari, Comellini è pronto a presentare un esposto alla Procura di La Spezia che “diversamente dal vertice della Marina Militare e dalla silente ministra della Difesa, Roberta Pinotti – spiega – mi auguro vorrà disporre il sequestro preventivo dell'intera flotta della Marina Militare al fine di tutelare la salute degli oltre 30mila appartenenti alla forza armata". “La mia richiesta – conclude – non deve sembrare una cosa fuori luogo perché, lo ricordo a me stesso, nel recente passato gli inquirenti, al fine di tutelare altri militari, in quel caso si trattò dei piloti dell’Aeronautica militare, disposero il sequestro dell’intera flotta di AMX.”

Dalla Marina, invece, assicurano si tratta di “facili allarmismi”. Gli accertamenti a bordo della Margottini sono stati fatti regolarmente prima che la nave lasciasse il porto e la situazione è sotto controllo. Nessun membro dell'equipaggio al momento ha presentato i sintomi della legionella, batterio che, tengono a precisare dall'ufficio stampa, si può sviluppare facilmente negli ambienti umidi o dove c'è acqua ferma. E proprio per scongiurare il rischio di un possibile contagio, vengono eseguiti periodicamente accertamenti a bordo di tutte le navi della flotta. In caso di anomalie o malfunzionamenti degli impianti di depurazione e desalinizzazione dell'acqua marina, usata dagli equipaggi per bere, lavarsi e cucinare, poi, garantiscono dalla Marina, che gli interventi sono sempre stati tempestivi e sono stati svolti con la massima cura per tutelare al meglio la salute dei militari imbarcati. In ogni caso, tengono a precisare, dopo il tam tam in rete, a bordo della Margottini sono stati effettuati ulteriori controlli per accertare al presenza o meno della legionella e i risultati verranno analizzati e resi noti nei prossimi giorni. Non è chiaro, però, come siano stati eseguiti i prelievi, né come siano stati trasmessi i campioni di acqua da analizzare ai laboratori militari a La Spezia o a altri centri di analisi privati qualificati, dato che la fregata si trova in alto mare e come da programma, continua la sua rotta verso l'Oceano Indiano.

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