Il Presidente a Locri: "Combatterla riguarda tutti, nessuno si chiami fuori"
Milano, 19 mar. (LaPresse) – "La mafia è ancora forte, presente, tenta di dominare pezzi di territorio e cerca di arruolare in ogni ambiente. Bisogna azzerare la zona grigia. Bisogna asciugare la palude della corruzione, in cui le mafie prosperano". Così il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, a Locri in occasione della XXII Giornata della memoria e dell'impegno."La lettura dei nomi delle quasi mille persone uccise dalle mafie è un elenco doloroso e anche istruttivo", aggiunge Mattarella.
Il Presidente della Repubblica ha ringraziato chi è in prima linea nella lotta alla mafia. "L'Italia – ha detto – ha compiuto passi avanti nella lotta alle mafie. Negli anni sono state varate leggi efficaci che colpiscono i patrimoni mafiosi e introducono nel codice nuove forme di reati. Occorre sostenere il lavoro quotidiano, la rettitudine e la professionalità di tante migliaia di donne e uomini dello Stato, che ogni giorno attraverso l'azione di repressione e prevenzione contrastano le mafie. Questa lotta così dura è stata condotta sul terreno della legalità, senza mai venir meno ai diritti della democrazia".
Mattarella ha citato anche Giovanni Falcone, il magistrato ucciso dalla mafia a Capaci, in Sicilia, nel maggio del 1992. "Come diceva Falcone la lotta alla mafia non può fermarsi a una sola stanza ma deve coinvolgere l'intero palazzo. Questo è l'orizzonte politico, giudiziario sociale del nostro impegno contro le mafie", ha affermato il Presidente.
"NESSUNO SI CHIAMI FUORI DALLA LOTTA". "Tra le vittime delle mafie non ci sono soltanto coloro che le hanno contrastate, consapevoli del pericolo cui si esponevano. La mafia, le mafie, non risparmiano nessuno. Uccidono, certo, chi si oppone ai loro interessi criminali. Ma non esitano a colpire chiunque diventi un ostacolo al raggiungimento dei loro obbiettivi. Che sono denaro, potere, impunità. Per questo motivo, la lotta alle mafie riguarda tutti. Nessuno può dire: non mi interessa. Nessuno può pensare di chiamarsene fuori", ha detto ancora Mattarella.
DON CIOTTI: "LAVORO E SCUOLA SONO ANTIDOTI". "Procedere uniti verso lo stesso obiettivo è più urgente che mai oggi. Si mettono da parte le divisioni e i protagonismi. Mettiamoci in gioco per la libertà del nostro Paese. Ci sono stati progressi, ma anche misure urgenti rinviate o approvate solo dopo compromessi al ribasso. Il lavoro, la scuola, la cultura i percorsi educativi e i servizi sociali restano il primo antidoto alla peste mafiosa". Così don Ciotti, presidente di Libera, a Locri in occasione della XXII Giornata della memoria e dell'impegno.
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