L'ex campione di motociclismo è accusato di evasione fiscale per circa 18 milioni di euro

"La stampa mi dava dell'evasore, del disgraziato, del farabutto e tutta la vicenda non mi faceva stare tranquillo. Il mio sport richiede disciplina, concentrazione e calma e io volevo risolvere a tutti i costi questa questione". Così in udienza Max Biaggi, l'ex campione di motociclismo accusato di evasione fiscale per circa 18 milioni di euro.

"Quando uscì fuori la storia dello scudo fiscale – prosegue Biaggi in udienza – parlai con i miei fiscalisti per trovare una soluzione anche a costo di pagare qualcosa per non pensarci più. E qualche anno fa mi sono presentato negli uffici romani di Equitalia per essere ricevuto dal direttore e capire se ci potevano essere gli estremi per un accordo". L'ex motociclista spiega di aver portato, in quell'occasione i contratti stipulati con le società negli anni oggetto di contenzioso: "Dimostrai che degli oltre 17 milioni che non avrei pagato, almeno 12 erano letteralmente inventati dal nulla – dice davanti al giudice – I miei importi oscillavano intorno ai 3-4 milioni di euro, quindi la cifra a me contestata non stava in piedi assolutamente".

Biaggi ha aggiunto che vive nel Principato di Monaco da almeno venti anni: "La mia è stata una scelta di vita. Lì vivono i miei figli con la madre, lì ci sono le mie moto, i miei amici, il mio ristorante, la mia palestra. A Roma vengo solo quando serve e quando è necessario ma nella capitale non ho alcuna proprietà. I miei genitori si spostano per venirmi a trovare. Difficile che io passi per Roma solo per fare un saluto".

Il 4 dicembre prossimo, parleranno in tribunale i testimoni della difesa, rappresentata dagli avvocati Franco Coppi ed Ester Molinaro.

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