Da Luigi Di Maio a Carlo Calenda, lo sguardo ironico alla quotidianità

Sempre sul filo fra la serietà e la presa in giro, fra riflessioni serie e esagerazioni provocatorie. Enrico Lucci è così, e tutto il suo particolare modo di vedere il mondo e la televisione lo mette a disposizione, insieme a Valentina Petrini, di Nemo – Nessuno escluso, che tornerà in onda venerdì 9 marzo su Rai2 con ospiti Vittorio Zucconi e Ilenia Pastorelli.

Parlando con il giornalista è sempre difficile capire dove si ferma il reale pensiero e inizia in sarcasmo. Già quando gli si chiede come sta, la risposta è atipica: "'Na favola", risponde nel suo tipico 'romanaccio', e quando gli si fa notare che quasi nessuno, oggi, ha questa reazione, commenta "è una società di depressi che però non dovrebbero permetterselo". Il modo ironico e autoironico di affrontare il mondo della politica è la chiave dei suoi servizi per Nemo, anche se ne ha una visione un po' diversa: "In realtà, io affronto in maniera seria una situazione ridicola. La cosa che più mi piace è raccontare la grande follia universale nella quale è impaludata l'umanità, la scemenza universale, il distacco fra la realtà e quello che si pensa di vedere. Lo stagno contemporaneo è l'acqua nella quale, da 'luccio', mi muovo meglio".

Fra i temi delle prossime puntate di Nemo, ovviamente, la politica la farà da padrona: "Lo spazio se lo prende da sola, anche se noi non glielo diamo", spiega Lucci, che del suo modo irriverente di avvicinare i politici ha fatto un marchio di fabbrica. Tanto da 'candidarsi' contro Luigi Di Maio come premier del M5S e da andare poi a cercare il leader pentastellato dopo i risultati del voto del 4 marzo. Di quell'incontro sono già circolate le prime immagini del tentativo di Lucci di abbracciare e baciare Di Maio: "Ma Gigino lo sa che lo amo e che sono sempre stato un grillino ante litteram. Anche se poi sono un volta gabbana e al primo risultato cambio casacca, zompo subito sul carro del vincitore, lo vedrete". Ma alla fine, questo abbraccio, c'è stato o non c'è stato: "Gliel'ho dato un bacio, lo vedrete…".

Intanto, però, dopo il caso del giornalista, proprio di Nemo, aggredito da Roberto Spada, Daniele Piervincenzi (che tornerà nella prima puntata con un reportage dalla Slovacchia sull'omicidio del giovane giornalista Jan Kuciak), continuano i casi di reporter vittime di violenza. L'ultimo, in ordine di tempo, quello di Maria Grazia Mazzola, del Tg1, assalita a Bari durante un'intervista alla moglie di un boss. "Rispecchia la disperazione della società attuale – commenta Lucci – senza punti di riferimento. È una tendenza che riguarda tutto ciò che accade. Ogni cosa sta diventando lecita, da chi esce di casa e spara ai neri al senegalese ammazzato a Firenze. Questo accade quando non c'è uno stato forte e potente che fa rispettare la democrazia. È passato il concetto che la democrazia è libertà di fare quello che ti pare, invece, in una democrazia reale, tutti hanno il massimo della libertà ma con uno Stato potentissimo che se sgarri ti punisce duramente. I cittadini dovrebbero avere il terrore di sbagliare. Lo Stato che amo più di tutti è la Repubblica Popolare Cinese. Una volta a Shangai, da cafone quale sono, ho appoggiato un piede su una panchina e un poliziotto è subito venuto a dirmi di non farlo. Qua da noi, invece, nessuno ha più paura della giustizia e dello Stato. Per questo siamo destinati alla distruzione, la Cina diventerà padrona del mondo".

Dopo questo lungo discorso serio, Lucci quasi si scusa, come se avesse strabordato, come se non meritasse tanto spazio o attenzione. E torna a parlare di Nemo. Quindi, dicevamo, tanta politica nel programma, ma cosa, di preciso? "Non sarò io ad inventare niente in questa palude… Anzi, spero che si prolunghi per un paio di annetti, così posso fare i miei servizi. Voglio che rimanga tutto così, per potermi infilare nell'assurda pagliacciata". Ma a chi lo darà, o tenterà di darlo, il prossimo abbraccio? "Non so, ora c'è questo Calenda. Ogni tanto nascono cose senza che se ne capisca il motivo o la provenienza. Fino a pochi mesi fa non sapevamo neanche chi fosse, ora può diventare il capo della sinistra senza neanche essere di sinistra. Senza nulla togliergli, ma da un momento all'altro si creano miti e eroi". Lucci conclude con una risata sarcastica: "Comunque sai quante cose divertenti usciranno? Due anni di palude, datemi il tempo di finire i versamenti all'Inps e poi vado in pensione".

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