In piazza San Pietro Bergoglio ha presieduto la messa con il rito di canonizzazione di 35 nuovi santi

L'amore è al centro dell'omelia della messa con la quale, in piazza San Pietro, il Papa canonizza 35 nuovi santi. "Le distanze dall'amore – dice papa Francesco – nascono non per cattiveria, ma perché si preferisce il proprio". Nel nuovo gruppo di beati figurano 30 martiri brasiliani e tre del Messico, oltre a due europei, tra i quali l'italiano Angelo da Acri. Questi i nomi: Andrea de Soveral e Ambrogio Francesco Ferro, sacerdoti diocesani, Matteo Moreira e 27 Compagni martiri; Cristoforo, Antonio e Giovanni, adolescenti martiri; Faustino Míguez, sacerdote professo dell'Ordine dei Chierici Regolari Poveri della Madre di Dio delle Scuole Pie (Scolopi), Fondatore della Congregazione delle Suore Calasanziane Figlie della Divina Pastora; e Angelo da Acri, sacerdote professo dell'Ordine dei Frati Minori Cappuccini.

La vita cristiana, sottolinea il pontefice, "è una storia d'amore con Dio, dove il Signore prende gratuitamente l'iniziativa e dove nessuno di noi può vantare l'esclusiva dell'invito: nessuno è privilegiato rispetto agli altri, ma ciascuno è privilegiato davanti a Dio". "Allora il Vangelo ci chiede da che parte stare – dice Papa Francesco – dalla parte dell'io o dalla parte di Dio? Perché Dio è il contrario dell'egoismo, dell'autoreferenzialità. Egli, ci dice il Vangelo, davanti ai continui rifiuti che riceve, davanti alle chiusure nei riguardi dei suoi inviti, va avanti, non rimanda la festa. Non si rassegna, ma continua a invitare. Di fronte ai 'no', non sbatte la porta, ma include ancora di più. Dio, di fronte alle ingiustizie subite, risponde con un amore più grande".

Poco dopo, nell'Angelus, il Papa torna a un'altro dei temi che più gli stanno a cuore: l'amore per la Terra, e parla di Amazzonia, convocando per l'ottobre del 2019 a Roma, l'Assemblea Speciale del Sinodo dei Vescovi per la regione. "Scopo principale di questa convocazione – sottolinea – è individuare nuove strade per l'evangelizzazione di quella porzione del Popolo di Dio, specialmente degli indigeni, spesso dimenticati e senza la prospettiva di un avvenire sereno, anche a causa della crisi della foresta Amazzonica, polmone di capitale importanza per il nostro pianeta". 

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