Raggi critica l'assessore: "Abbiamo capito che preferisce continuare a fare polemiche piuttosto che lavorare"

Il Movimento 5 Stelle si stringe compatto attorno a Luigi Di Maio e riscopre l'unità. Le ricostruzioni maldestre della stampa sul pupillo di Beppe Grillo hanno fatto il miracolo di ricucire gli strappi all'interno del Movimento in un processo inverso a quello che sta vivendo in queste ore il Pd. Nel giorno in cui l'assessore all'Urbanistica della capitale Paolo Berdini dà l'addio alla giunta Raggi in polemica sullo stadio della Roma, l'immagine della seconda forza politica del Paese ne esce rafforzata contro ogni previsione.

Al centro della nuova polemica tra la stampa e il M5S ci sono le conversazioni, ritagliate ad hoc da alcune testate, sulla chat tra Luigi Di Maio e Virginia Raggi in merito all'ex capo del personale del Campidoglio Raffaele Marra. Beppe Grillo tuona sul blog: "Stop al giornalismo killer". E riporta per intero il contenuto della chat di Di Maio. "Pignatone – scrive Di Maio a Raggi – cosa ti ha detto dopo che gli hai inoltrato il suo nominativo (di Marra, ndr)? In ogni caso nella riunione con me, Marra non mi ha mai chiesto se andare in aspettativa o meno. Semplicemente mi ha raccontato i fatti. Io l'ho ascoltato. Perché tu me lo avevi chiesto. Sono rimasto a tua disposizione non sua. E penso che nel gabinetto non possa stare, perché ci eravamo accordati così. Nessuno si scandalizzi se facciamo le pulci prima di tutto ai nostri. Siamo il movimento 5 stelle. E certe responsabilità è meglio prendersele con contezza di causa".

L'effetto è dirompente. Davide Casaleggio esprime su Facebook la sua "solidarietà" a Di Maio. Anche gli 'ortodossi' si stringono al vicepresidente della Camera, mostrando un Movimento di nuovo unito. "Troppo facile fare taglia e cuci di una chat e sparare titoli. Così non è giornalismo è altro", scrive Roberto Fico.

"Roma capitale del degrado dell'informazione italiana – gli fa eco la deputata Carla Ruocco -. Sui giornali troverete solo del becero gossip. Contribuite anche voi a ripulire Roma spazzando via il fango quotidiano gettato sul M5S". Prendono la parola poi Carlo Sibilia, Giulia Grillo e tanti altri parlamentari. Tutti uniti attorno a Di Maio, tutti usciti da un silenzio, sulle vicende romane, che durava settimane.

Tra i primi a commentare c'è Alessandro Di Battista, da sempre vicino a Di Maio. Contesta le "bufale" e cerca di fare dei distinguo, dopo le polemiche scatenate dagli attacchi subiti da cronisti e reporter in seguito ai suoi comizi. "La scarsissima professionalità – spiega Di Battista – pregiudica il lavoro di tanti bravi giornalisti e quando perde di credibilità la categoria dei giornalisti è un problema per la democrazia".

Quindi è la volta dello stesso Di Maio che pubblica sul blog un'autodifesa dal titolo #iostocondimaio. Il deputato difende quanto affermato alla trasmissione 'In mezz'ora' a proposito di Marra, accusa le testate giornalistiche che oggi hanno riportato le ricostruzioni falsate e stabilisce una connessione tra la "diffamazione del M5S" e "i fischi e le pernacchie presi ieri da Renzi". La tesi è che "il Pd si trova in un momento di difficoltà", da qui la campagna stampa contro il probabile candidato premier del M5S. Il fine, secondo Grillo, è di "uccidere la reputazione di Di Maio". "Guarda caso – scrive il deputato pentastellato – i giornalisti che mi attaccano oggi su questi giornali stamattina, sono quelli che io avevo segnalato già all'Ordine dei giornalisti per lo scandaloso episodio delle polizze su Virginia Raggi.
Allora dicano chiaramente i direttori da che parte stanno, se dalla parte dell'informazione o dalla parte di qualche partito che vuole fermare il MoVimento 5 Stelle".

Il cerchio è chiuso e le vicende capitoline vengono derubricate a questioni di second'ordine. Il Movimento 5 Stelle corre su un doppio binario: da un lato le amministrazioni locali e, dall'altro, le questioni nazionali che, a volte, inesorabilmente si intrecciano. Se Berdini accusa: "Mentre le periferie sprofondano in un degrado senza fine e aumenta l'emergenza abitativa, l'unica preoccupazione sembra essere lo Stadio della Roma", Raggi replica: "Adesso basta. Abbiamo sorvolato su pettegolezzi da bar. Adesso prendiamo atto che l'assessore preferisce continuare a fare polemiche piuttosto che lavorare". Un'ora dopo fa sapere, in una nota, del Campidoglio, di aver per il momento "avocato a sé le deleghe all'Urbanistica e infrastrutture". Tocca ora trovare un altro sostituto.

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