La decisione è stata presa per ragioni di sicurezza ma non tutti sono d'accordo

Fa discutere la decisione del sindaco di Cannes di vietare il 'burkini' sulle spiagge cittadine in nome della laicità. La Lega dei diritti dell'uomo (Ldh) e il Collettivo contro l'islamofobia in Francia (Ccif) ha detto che porterà in tribunale il divieto di accesso alle spiagge. Il decreto del sindaco è in vigore dallo scorso 28 luglio, ma è salito agli onori della cronaca giovedi, tre giorni dopo la cancellazione in un parco acquatico vicino a Marsiglia di una giornata di nuoto in programma esclusivamente per le donne in 'burkini'.

La normativa vigente vieta solo il burqa, che copre tutto il viso, per ragioni di sicurezza, e le autorità locali si appellano ai motivi di sicurezza per sostenere la propria decisione. Un capo che "manifesta ostentando un'appartenenza religiosa, quando la Francia e i luoghi di culto sono attualmente il bersaglio di attacchi terroristici, può causare disordine pubblico", spiega la nota, che non cita espressamente questo tipo di costume da bagno. Ma il direttore generale dei servizi comunali, Thierry Migoule, ha detto a France Tv che il burkini è un "segno di adesione al jihadismo" e crea anche "problemi di igiene".

Le due organizzazioni che si appellano a questa decisione sono categoriche: "Il sindaco organizza la discriminazione contro le donne che non commesso alcun crimine", dice l'LDH, per la quale il riferimento agli ultimi due attacchi diventa "una combinazione pericolosa per la pace sociale". Il Ccif ha aggiunto che gli argomenti usati dalle autorità sono "scioccanti" e accusa di sfruttare sia l'attacco jihadista a Nizza dello scorso 14 luglio che quello di dodici giorni dopo, quando è stato ucciso un prete che officiava la messa a Rouen, in Normandia. "In un contesto in cui tutti sembrano lanciare una nuova polemica islamofobica, confidiamo nella legge", ha detto l'associazione, che si è detta profondamente preoccupata per questo nuovo affronto "ai più elementari principi del diritto".

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