(LaPresse/AP) E’ scontro tra il governo australiano e l’Unesco dopo che il comitato per il Patrimonio mondiale dell’organizzazione delle Nazioni unite ha chiesto che la Grande barriera corallina, il più grande ecosistema di corallo al mondo, venga inserita nella lista del Patrimonio mondiale in pericolo a causa del cambiamento climatico. La pubblicazione della bozza di report con questa indicazione ha scatenato l’ira dell’Australia, che annuncia che combatterà contro questo piano. Il comitato per per il Patrimonio mondiale dovrà valutare la questione quando si riunirà in Cina a luglio. Gli ambientalisti plaudono all’iniziativa, ma Canberra si oppone.
L’inserimento nella lista Unesco del patrimonio in pericolo, che conta già 53 siti, potrebbe incrinare la fiducia degli australiani nella capacità del loro governo di prendersi cura di questa meraviglia naturale e aprire spazi di azione per l’Unesco per introdurre “misure correttive”, come azioni più dure per ridurre le emissioni di gas serra da parte dell’Australia. “Non ci sono dubbi possibili” sul fatto che la rete di coralli colorati al largo della costa nordorientale dell’Australia stiano “affrontando un pericolo certo”, si legge nella bozza del report della commissione Unesco. Dal canto suo la ministra australiana dell’Ambiente, Sussan Ley, ha annunciato che lei e la ministra degli Esteri Marise Payne hanno chiamato la direttrice generale dell’Unesco, Audrey Azoulay, per esprimere la “forte delusione” del governo e “disorientamento” per la proposta. “Questa decisione è errata. Chiaramente c’è dietro la politica”, ha dichiarato Ley, parlando di proposta “scioccante”. Il World Heritage Committee è un gruppo presieduto dalla Cina, che negli ultimi anni ha avuto relazioni diplomatiche controverse con Canberra.