Due settimane di negoziati diplomatici tra oltre 200 Paesi, incentrati su come contrastare il riscaldamento globale

Si è aperta formalmente la conferenza Cop26 a Glasgow, in Scozia, dando il via a due settimane di negoziati diplomatici tra oltre 200 Paesi, incentrati su come contrastare il riscaldamento globale. Un minuto di silenzio è stato osservato per le persone morte a causa del Covid-19 nel mondo nel corso della pandemia, dopo che l’ultima conferenza Onu sul clima risale alla fine del 2019. I funzionari hanno iniziato ad affrontare una serie di questioni procedurali, prima che da domani si riuniscano i leader del mondo. Le organizzazioni ambientaliste hanno organizzato proteste nel corso del vertice, che durerà sino al 12 novembre.

La Cop26 resta “la nostra ultima e migliore speranza di riuscire a mantenere alla portata gli 1,5°”, soglia entro cui contenere il riscaldamento globale. Lo ha detto il ministro britannico Alok Sharma, nominato dal governo di Londra a presiedere la conferenza Onu. “Possiamo portare avanti i negoziati e possiamo lanciare un decennio di ambizioni e azioni sempre crescenti”, ha detto Sharma alla cerimonia di apertura, “possiamo cogliere le enormi opportunità di crescita verde per buoni posti di lavoro verdi, energia più economica e più pulita”.

Papa: “Preghiamo che Cop26 dia risposte efficaci per generazioni future”

Papa Francesco all’Angelus, da Piazza San Pietro ha parlato della Cop26 di Glasgow: “Preghiamo perché il grido della terra e dei poveri sia ascoltato e che Cop26 dia risposte efficaci per le generazioni future”

Greenpeace: “G20 fallisce, da Cop26 emergano obiettivi più ambiziosi”

“Di fronte al deludente esito del vertice del G20, che si chiude oggi proprio mentre si aprono i negoziati della conferenza sul clima di Glasgow Cop26, Greenpeace invoca un piano d’azione più rapido e ambizioso per affrontare l’emergenza climatica e la pandemia di Covid-19”. Jennifer Morgan, direttrice esecutiva di Greenpeace International, ha dichiarato: “Se il G20 è stato una prova generale per la Cop26, i leader mondiali non si sono dimostrati all’altezza. Nel loro comunicato hanno usato parole deboli, prive sia di ambizione che di visione, e non sono riusciti a cogliere l’importanza di questo momento storico. Ora si ritroveranno a Glasgow, dove avranno ancora l’occasione di cambiare il corso degli eventi, ma Paesi come l’Australia e l’Arabia Saudita devono essere isolati, mentre i Paesi ricchi devono finalmente capire che la chiave per sbloccare la Cop26 è la fiducia”.

“Noi siamo a Glasgow, insieme ad attivisti e attiviste provenienti da tutto il mondo, al fianco dei Paesi più vulnerabili che siedono al tavolo dei negoziati, per chiedere quelle misure che finora sono state disattese e che sono necessarie per proteggere tutte le persone dalla crisi climatica e dal Covid-19. I governi devono ascoltare il grido di allarme del nostro pianeta e tagliare in modo drastico le emissioni di gas serra per limitare il riscaldamento globale entro la soglia di sicurezza di 1,5°C”, continua Morgan. “Alla Cop26 continueremo a fare pressione affinché i governi assumano impegni più ambiziosi nella lotta al riscaldamento globale, e regole chiare per sostenerli. Dobbiamo fermare immediatamente ogni nuovo progetto di sfruttamento dei combustibili fossili. I governi devono ridurre le emissioni e smettere di addossare questa responsabilità alle comunità più vulnerabili, con misure di compensazione delle emissioni che rischiano di compromettere i loro mezzi di sussistenza”, ha aggiunto.

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