Tutela ambiente in Costituzione, WWF e ENPA: riforma epocale, fatto storico

La grande soddisfazione delle associazioni che da anni si battono per la difesa dell'ecosistema e degli animali

WWF: una riforma epocale e un principio che dovrà ispirare legislazione futura 

 “Una riforma epocale, vinta una battaglia storica”. È quanto si legge in una nota del Wwf che chiede ora “un intervento organico per tutelare la natura d’Italia”. Il WWF accoglie con estrema soddisfazione la notizia della votazione favorevole della Camera sulla riforma degli articoli 9 e 41 della Costituzione che ritiene debbano essere il presupposto di un intervento organico per adeguare strumenti normativi vigenti a tutela della biodiversità, degli ecosistemi e degli animali.
Da oggi, con la modifica all’art. 9 della Costituzione, la tutela dell’ambiente, della biodiversità, degli ecosistemi e degli animali “anche nell’interesse delle future generazioni” entrano di diritto tra i principi fondamentali della nostra Repubblica. Il testo della riforma, che ha trovato un consenso trasversale in quasi tutto l’arco parlamentare, prevede peraltro, la modifica dell’art. 41 della Costituzione in base alla quale lo svolgimento della iniziativa economica privata non può svolgersi “…in modo da recare danno alla salute, all’ambiente“.

 “Finalmente la tutela dell’ambiente diventa un principio fondamentale della Repubblica a cui la legislazione futura si dovrà ispirare e a cui la legislazione passata si dovrà adeguare”, è il commento di Donatella Bianchi, presidente del WWF Italia, che conclude: “Questa modifica costituzionale è un primo importantissimo passo che armonizza il nostro sistema con i principi formulati a livello europeo e internazionale e fatti propri dalla giurisprudenza costituzionale, di legittimità e di merito. Per dare concretezza a questi passaggi è ora necessario definire un sistema normativo organico e innovativo a tutela della natura d’Italia. Il nuovo assetto costituzionale rafforza significativamente il principio della sostenibilità, sin qui trattato solo in termini di dottrina e giurisprudenza, e crea il presupposto per aumentare il livello di salvaguardia del capitale naturale che costituisce la base insostituibile di tutte le nostre attività anche economiche”. Oggi si conclude positivamente “una battaglia su cui il WWF si è speso con grande determinazione. È significativo che questo storico evento coincida con l’anno del trentennale dalla entrata in vigore della legge sulla tutela della fauna selvatica e la disciplina dell’attività venatoria che necessita con urgenza di essere modificata. Gli strumenti normativi a tutela della biodiversità, degli ecosistemi e degli animali non sono idonei a raggiungere nuovi fondamentali obiettivi di conservazione fissati a livello comunitario che trovano ora nella nuova riforma costituzionale. Un’esplicitazione di valori e dei principi a cui questi si riferiscono.

Ente Protezione Animali: fatto storico raggiunto dopo anni di battaglie

 “Un fatto storico – è il commento di Carla Rocchi, Presidente nazionale Enpa – che dopo tanti anni di battaglie colma un vuoto percepito da tutti i cittadini come un vulnus, come anche i numerosi sondaggi avevano accertato. La tutela degli ecosistemi e della biodiversità sono obiettivi che non si possono raggiungere se non attraverso la tutela delle specie animali. Se c’è una cosa che questa emergenza sanitaria dovrebbe averci insegnato – continua Rocchi – è che il rapporto con la natura e la fauna è assolutamente da ripensare. Non esiste l’idea di salvare il Pianeta senza pensare all’ecosistema. I politici devono capire che quando parlano di ecologia non possono considerare solo il paesaggio. Qualunque progetto o iniziativa deve comprendere anche gli animali. A partire dall’abolizione degli allevamenti intensivi, inaccettabili non solo da un profilo etico, visto la crudeltà che li caratterizza, ma anche da quello sanitario e ambientale. Gli allevamenti intensivi stanno inquinando e assetando il pianeta. attualmente il prelievo di acqua dolce per uso agricolo e zootecnico è pari a quasi il 50% del totale dei prelievi idrici. Se consideriamo che per produrre un chilo di verdura servono 336 litri di acqua, per un chilo di carne di maiale 6.299 e per un chilo di carne di manzo 15.139 litri è chiaro che ridurre il consumo di carne e scegliere un’alimentazione sostenibile è l’unica strada percorribile.”

 

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