Lanciata la 'Carovana dei ghiacciai': “Nelle Alpi le temperature stanno crescendo a una velocità doppia rispetto alla media globale. L’atmosfera, soprattutto al di sopra dei 3.500 metri di quota, è in totale disequilibrio"
A causa del riscaldamento globale, “i ghiacciai alpini si stanno riducendo ad un ritmo inimmaginabile anche dagli esperti, più di 200 sono già scomparsi da fine Ottocento, lasciando il posto a detriti e rocce”. A lanciare l’allarme è Legambiente, sottolineando che “siccità, ondate di calore senza precedenti, temperature record e assenza di neve” sono tutte “facce della stessa inarrestabile emergenza che minaccia lo stato di salute del nostro arco alpino”. Con questa denuncia, l’associazione lancia la terza edizione di “Carovana dei ghiacciai”, il monitoraggio itinerante promosso da Legambiente nell’ambito della campagna “ChangeClimateChange”, con la partnership scientifica del Comitato Glaciologico Italiano.
“Nelle Alpi le temperature stanno crescendo a una velocità doppia rispetto alla media globale. L’atmosfera, soprattutto al di sopra dei 3.500 metri di quota, è in totale disequilibrio: a fine luglio, lo zero termico è stato registrato da MeteoSvizzera sulle Alpi svizzere a 5184 metri. Un dato senza precedenti” dice ancora Legambiente. A questi dati, vanno sommati “gli effetti dell’inverno 2021/2022, estremamente mite e siccitoso in tutto l’arco alpino italiano (in molte aree si è superata la soglia dei 100 giorni senza pioggia). Senza contare che, la neve al suolo, negli ultimi dieci anni ha subito un costante decremento lasciando sempre più spazio ad aride sterpaglie; in primavera l’innevamento è stato prossimo ai minimi storici tanto che, molti nivometri, già a maggio sono arrivati a zero. Effetti destinati – avverte Legambiente – a segnare sempre più profondamente gli ecosistemi delicati di montagna, con ripercussioni importanti anche in pianura”. “I dati scientifici indicano che il riscaldamento climatico sta producendo effetti ambientali sempre più rapidi ed evidenti nelle Alpi. – dichiara Marco Giardino, vicepresidente del Comitato Glaciologico Italiano – A soli 2 anni di distanza dalla prima edizione della Carovana, potremo verificare direttamente gli impressionanti cambiamenti nel frattempo avvenuti su alcuni ghiacciai-campione; il confronto con i preziosi dati storici che il Comitato Glaciologico Italiano raccoglie dal 1914 nelle campagne glaciologiche annuali ci permetterà di comprendere le modalità del cambiamento e di valutare quali siano le possibilità di risposta, in termini di mitigazione e adattamento”.
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