Per gli scienziati della missione Nekton andrebbero studiate di più e protette tanto quanto quelle che si trovano più in superficie. Il tema verrà affrontato anche alla Cop 15 sulla biodiversità
Le barriere coralline più profonde degli oceani si trovano da 150 a più di 10mila piedi sotto il livello del mare. Qui, però, non c’è la stessa preoccupazione e attenzione che il mondo nutre per i coralli nelle acque basse, dove il cambiamento climatico sta causando danni estremi. Gli scenziati della missione Nekton, provenienti principalmente da Oxford, hanno effettuato un’indagine nell’Oceano Indiano occidentale intorno alle Maldive e alle Seychelles e sostengono che le barriere coralline profonde andrebbero studiate di più e protette ugualmente sebbene queste abbiano una conservazione maggiore rispetto a quelle che si trovano più in superficie. Questo tema verrà affrontato alla Cop 15, la Conferenza delle Nazioni Unite sulla biodiversità in Canada, che inizia il 7 dicembre. In questa occasione si discuterà di un obiettivo stabilito in bozza: proteggere almeno il 30% delle terre e delle acque di tutto il mondo entro il 2030.
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