Si intitola 'Semi di speranza': all'inaugurazione il fotogrfo Gianfranco Ferraro, il curatore Sandro Iovine, la presidente di CESVI Gloria Zavatta, Massimo Pasquali per AICS, Sylvie Wabbes Candotti Resilience Advisor, Strategic Advocacy team, Emergency and Resilience Office di FAO, il sindaco Giorgio Gori per il Comune di Bergamo
Temperature estreme, cicloni, allagamenti, frane, incendi: il Myanmar è il secondo Paese al mondo più soggetto a eventi meteorologici estremi legati ai cambiamenti climatici. Nel mondo negli ultimi 20 anni si sono susseguiti 11mila disastri climatici che hanno provocato la morte di oltre 475mila persone e a pagarne le conseguenze più gravi sono tuttora i Paesi poveri e più vulnerabili, ancora oggi impreparati ad affrontare e reagire a tali catastrofi.
L’impatto del cambiamento climatico sull’ambiente e sulla popolazione del Myanmar è raccontato dalla mostra fotografica ‘SEMI DI SPERANZA. Voci e volti dal Myanmar’ di Gianfranco Ferraro, con la curatela di Sandro Iovine, inaugurata venerdì 31 marzo e visitabile sino al 1° maggio al Palazzo Ex Ateneo, in piazza Giuliano, a Bergamo. L’esposizione rientra nel calendario delle iniziative Bergamo-Brescia Capitale italiana della cultura e ha ottenuto il patrocinio dell’AICS – Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo. All’inaugurazione, oltre al fotografo Gianfranco Ferraro, il curatore Sandro Iovine, la presidente di CESVI Gloria Zavatta, Massimo Pasquali per AICS, Sylvie Wabbes Candotti Resilience Advisor, Strategic Advocacy team, Emergency and Resilience Office di FAO, il sindaco Giorgio Gori per il Comune di Bergamo.
“Negli ultimi anni anche il nostro lato del mondo ha sofferto gli effetti reali dell’emergenza climatica: i fiumi si sono prosciugati, i ghiacciai si sono sciolti, gli incendi hanno distrutto boschi e campi, mentre trombe d’aria, piogge e grandinate hanno causato danni a strutture e ambienti. Di fronte alla consapevolezza che il pianeta sia ‘un’unica casa da preservare’, va ricordato che sono sempre i più poveri a subire le conseguenze più devastanti”, ha dichiarato Gloria Zavatta presidente di Fondazione CESVI.
CESVI è presente in Myanmar dal 2001, raggiungendo negli anni più di 4,6 milioni di beneficiari attraverso interventi nei settori della salute e dell’igiene, della lotta alla fame, dello sviluppo agricolo e della protezione dell’ambiente. Attualmente CESVI opera nella Dry Zone, vasta regione al centro del Paese e uno dei principali poli agricoli del Myanmar. Nella Dry Zone gli effetti dell’emergenza climatica, e in particolare inondazioni violente, lunghi periodi di siccità e bassissimi livelli di precipitazione durante tutto l’arco dell’anno, stanno mettendo a dura prova la produzione agricola e il sostentamento della popolazione.
Qui CESVI, grazie al progetto S.A.F.E.C.R.O.P.S., finanziato dall’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo (AICS) e implementato in partnership con la ONG birmana NAG e l’Associazione Microfinanza e Sviluppo Onlus, sta combattendo contro queste criticità con interventi mirati a mitigare gli effetti negativi della crisi climatica sulla sicurezza alimentare e sui mezzi di sussistenza della popolazione, riducendone il livello di vulnerabilità ed accrescendone la resilienza. Concentrandosi sulla promozione delle buone pratiche agricole, CESVI coinvolge i piccoli agricoltori nella coltivazione del sesamo, delle arachidi e del fagiolo mungo verde, colture che rappresentano la principale fonte di reddito nella regione, perché non necessitano di molta acqua e ben si adattano all’aridità della zona. Per aumentare la qualità e la quantità della produzione, vengono messe a loro disposizione migliori varietà delle sementi, sono forniti loro una formazione e un accompagnamento costanti per promuovere l’adozione di tecniche agricole innovative, vengono favorite le vendite collettive a livello regionale per aumentare l’accesso ai mercati ed è promosso il loro accesso al credito per assicurare l’acquisto di fattori produttivi adeguati.
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