“L’uso dei condizionatori per far fronte all’aumento delle temperature da qui al 2050 rischia di generare un aumento di emissioni nell’ordine di 10 milioni di metri cubi di anidride carbonica in Europa“. Lo rivela uno studio pubblicato sulla rivista Scientific Reports dagli economisti ambientali Francesco Colelli ed Enrica De Cian dell’università Ca’ Foscari Venezia, del Centro Euro-Mediterraneo sui cambiamenti climatici e Rff-Cmcc European institute on economics and the environment, e da Ian Sue Wing dell’università di Boston.
Lo studio – viene spiegato – è il primo a illustrare gli impatti del cambiamento climatico sulla domanda di condizionatori e di elettricità per il raffrescamento in Europa e anche in India, Paese dove le emissioni di CO2 al 2050 potrebbero arrivare a 120 milioni di metri cubi. In evidenza il pericolo che, “considerando l’attuale livello di utilizzo dei combustibili fossili per la produzione dell’elettricità, si possa innescare “un disallineamento tra azioni di adattamento e mitigazione, con conseguente aumento delle emissioni”. L’adozione di aria condizionata “potrebbe arrivare a raddoppiare in Europa e a crescere di quattro volte in India entro il 2050 in uno scenario di riscaldamento di 2-3 gradi centigradi, aggravando ulteriormente i cambiamenti climatici”.