Emerge dal monitoraggio dell'atmosfera effettuato da Copernico

“Le emissioni prodotte dagli incendi boschivi canadesi sono state le più alte mai registrate. Il fumo ha raggiunto l’Europa”. Questo quanto emerge dal monitoraggio sul trasporto del fumo, l’intensità e le emissioni stimate degli incendi messo a punto dal Servizio di monitoraggio dell’atmosfera di Copernicus (Copernicus atmosphere monitoring service-Cams). Dall’inizio del mese di maggio – viene spiegato – “diverse regioni del Canada sono state colpite da gravi incendi selvaggi, che si sono propagati tra la Columbia Britannica, l’Alberta, il Saskatchewan e i territori del Nord-Ovest, nel Canada occidentale, e verso l’Ontario, il Québec e la Nuova Scozia, nel Canada orientale”.

Le emissioni prodotte da questi incendi fino al 26 giugno – dice Copernicus – “sono ora le maggiori emissioni annuali stimate per il Canada nei 21 anni del nostro set di dati Gfas. Nella seconda settimana di giugno, il fumo di questi incendi ha portato a un significativo degrado della qualità dell’aria in tutto il Nord America, raggiungendo anche le coste europee attraverso l’Atlantico”. Gli incendi hanno causato “un totale di circa 160 megatonnellate di emissioni di carbonio, che sono ora le più alte emissioni totali annue stimate per il Canada”. Il 21 e il 22 giugno, un ulteriore aumento dell’intensità degli incendi in Quebec e Ontario ha fatto sì che le previsioni globali mostrassero “un episodio particolarmente forte di trasporto di fumo a lungo raggio che ha attraversato l’Atlantico settentrionale e ha raggiunto l’Europa, con valori elevati di profondità ottica dell’aerosol e monossido di carbonio, tra il 26 e il 29 giugno”. Non si prevede che “il trasporto di fumo ipotizzato abbia un impatto significativo sulla qualità dell’aria in superficie”.

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