Il ministro Pichetto Fratin: "L'Italia continua a spingere perché da Baku venga una riforma per una finanza climatica migliore"

Si procede a piccoli passi verso la definizione di una bozza di accordo alla Cop29, a Baku in Azerbaigian, al vertice mondiale sui cambiamenti climatici delle Nazioni unite. La presidenza – viene riferito – ha “un tono ottimista“: le linee generali di un pacchetto finanziario “stanno iniziando a prendere forma”, e le bozze di testo saranno pronte a breve.

L’appello arrivato ieri – quando la pressione internazionale è diventata via via crescente sui negoziati – esortava “tutte le parti a impegnarsi con urgenza e in modo costruttivo al raggiungimento di un risultato ambizioso, di cui tutti abbiamo bisogno”. Molti tra negoziatori, osservatori e rappresentanti delle organizzazioni della società civile – in attesa dell’arrivo di una nuova bozza – hanno dichiarato di essere “frustrati e delusi”.

Tanto che Harjeet Singh del gruppo di advocacy per il clima ‘Fossil fuel non proliferation treaty’ afferma come “nessun accordo sia meglio di un cattivo accordo”.

Il cuore dell’accordo a Baku riguarda la finanza climatica, cioè il denaro che i Paesi industrializzati dovranno versare in Fondo ai Paesi in via di sviluppo per aiutarli in progetti di mitigazione dagli impatti dei cambiamenti climatici, nella transizione energetica verso le rinnovabili, e in una crescita sostenibile.

I nodi sono essenzialmente tre: la cifra del Fondo che secondo la stima del fabbisogno fatta dai Paesi poveri si aggira intorno ai 1.300 miliardi di dollari all’anno, il meccanismo da adottare (sussidi oppure prestiti a tassi molto bassi) e la formula per accedere alle risorse.

La questione dei numeri sembra anche molto più che divisiva dal momento che finora sulle bozze circolate figurava una ‘X’ invece delle cifre da stanziare. La linea indicata di recente dal G20 parla invece di ‘trilioni’. Possibile quindi che alla fine si deciderà per qualcosa intorno ai 1.000 miliardi di dollari all’anno. 

Le parole di Pichetto Fratin alla Cop29

Il ministro dell’Ambiente e della sicurezza energetica Gilberto Pichetto Fratin si trova nel pieno delle ultime ore dei negoziati al vertice mondiale sui cambiamenti climatici delle Nazioni Unite: “Alla Cop29, l’Italia, insieme ai principali paesi europei, continua a spingere perché da Baku venga una riforma per una finanza climatica migliore, più efficiente che coinvolga anche nuovi Paesi, settore privato, enti filantropici e banche multilaterali di sviluppo”. 

“Questo è il nostro approccio – spiega Pichetto nel corso di una pausa dei lavori per la ricerca di un accordo – e tiene conto delle priorità sia di chi chiede più risorse finanziarie sia di chi chiede più mitigazione”. “D’altra parte – osserva Pichetto – si tratta di un approccio, quello di perseguire la decarbonizzazione e la crescita dei più vulnerabili, che è alla base della strategia e dei progetti del Piano Mattei per l’Africa, attraverso collaborazioni pubblico-privato e partenariati paritari e non predatori”.

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