I Jova Beach Party nel mirino dell'ENPA che manda una lettera al Ministro Cingolani per chiedere intervento dello Stato. "Eventi che avrebbero come obiettivo anche la tutela dell'ambiente che invece distruggono"

 “L’Ente Nazionale Protezione Animali scrive nuovamente al Ministro per la Transizione Ecologica, Roberto Cingolani, a seguito dei gravi danni ambientali anche a carico delle specie selvatiche, tra l’altro in riproduzione, che il Jova Beach Party, nonché altre manifestazioni e concerti svolti in aree naturali, stanno causando e che cittadini, mondo scientifico e associazioni da tempo denunciano”.

E’ quanto comunica la Protezione animali in una nota diffusa mercoledì.

I concerti in aree naturali  fra infrastrutture e musica ad alto volume avrebbero un devastante impatto su ecosistemi e ambiente

 Animali che vedono distrutti i propri siti di riproduzione e sosta; giovani uccelli e cuccioli “selvatici” che muoiono, privati delle cure parentali; tagli di alberi e siepi; lavori nelle spiagge che compromettono l’ecosistema dunale; il grande e fragoroso disturbo causato dalla musica “sparata” ad alto volume – scrive l’ENPA. Questi gli effetti di tali spettacoli, che tra l’altro avrebbero come obiettivo proprio la tutela dell’ambiente che invece distruggono.

 L’Enpa richiede un immediato provvedimento restrittivo da parte del ministero interessato, responsabile e custode della biodiversità per lo Stato italiano,  anche alla luce delle recenti modifiche costituzionali, che all’art. 9 ha introdotto, tra i doveri della Repubblica, la “Tutela l’ambiente, la biodiversità e gli ecosistemi, anche nell’interesse delle future generazioni”.  Dunque senza delegare agli enti locali, spesso spinti da altri interessi nel promuovere e autorizzare tali iniziative.

 Esistono luoghi idonei allo svolgimento degli spettacoli: arene, stadi, luoghi degradati a cui dare una nuova vita – afferma ENPA nella lettera inviata al ministro – invece si continua a far (quasi) finta di nulla, nonostante le numerose proteste dei cittadini anche tramite social, svalutando l’impegno di volontari e associazioni, che hanno lavorato duramente, e spesso gratuitamente, per riportare alla naturalità alcune aree oggi interessate dai concerti.

 La Protezione animali chiede quindi  al Ministro “di adoperarsi, con gli strumenti che riterrà più opportuni, per imporre alternative sostenibili ed ecologiche ai luoghi scelti dagli artisti, dalle case discografiche e dai comuni, senza “delegare” ad altre istituzioni, ben poco interessate alla protezione dell’ambiente”. 

© Copyright LaPresse - Riproduzione Riservata