Il papavero e i semi della libertà

Domenica 25 aprile festeggiamo il 76esimo Anniversario della Liberazione dal nazifascismo: il Papaver Rhoeas è il fiore che meglio di tutti indossa gli abiti della libertà

 Domenica 25 aprile festeggiamo il 76esimo Anniversario della Liberazione dal nazifascismo. Un giorno importante, un giorno da ricordare e da non dimenticare. Commemorare i tanti partigiani morti per la libertà, quella libertà di cui oggi godiamo tutti, è un qualcosa che mi emoziona ogni anno sempre più. Forte, potente e profonda, questa giornata sarà un lungo brivido a cui mi piacerebbe donare le fattezze di un nuovo seme, anzi, di tanti semi di fiori che regaleranno nuove speranze e rinnovate consapevolezze: i semi della libertà. Ventiquattr’ore dopo, il 26, tutta l’Italia, con i dovuti accorgimenti e scongiuri, proverà a ripartire per riconquistarsi pian piano la normalità del vivere quotidiano. E questo uno-due, per dirla in chiave pugilistica, amplifica di parecchio un’emozione che toglie il fiato.

 Mai come in questo periodo le piante e i fiori sono diventati fondamentali per il nostro benessere e, non a caso, tutto ciò che riguarda il giardinaggio è stato inserito nei prodotti e servizi di prima necessità, insieme ai farmaci e agli alimenti, per intenderci. Già, perché se è vero che non ci si nutre solo con la bocca, è altrettanto vero che fiorire, metaforicamente, è come rinascere. A ben pensarci, poi, fiorire è un po’ come ripartire. Le piante, infatti, ogni anno si risvegliano dal lungo letargo invernale e dopo essersi rivestite di verde acceso, si rimettono in moto e ripartono proprio da un’abbondante fioritura che produrrà semi che diverranno, a loro volta, dei frutti. E poter fiorire per dare frutto è un qualcosa che racchiude in sé parte della straordinarietà che questa esistenza è capace di regalarci in ogni momento.

 E allora, questo 25 Aprile, giorno della Liberazione, saremo tutti dei nuovi semi. Saremo tutti quanti dei fiori bellissimi, come il papavero dei prati, ad esempio. Il Papaver Rhoeas, chiamato anche rosolaccio o papavero comune, è il fiore che meglio di tutti indossa gli abiti della libertà facendone il proprio outfit. È un fiore autonomo, in grado di riseminarsi da solo, è un fiore che spunta dove gli pare, come tanti altri trasportato dal vento, ma spesso lo troviamo a strizzarci l’occhio ai bordi delle strade o sulle scarpate di prato, o ancora tra le crepe dell’asfalto. Il papavero dei prati decide di iniziare a fiorire proprio in questi giorni, come se il 25 Aprile lo volesse festeggiare anche lui, punteggiando di rosso il verde azotato della vegetazione primaverile dei campi in ricordo dei martiri caduti per la libertà.

 I nostri nonni, 76 anni fa, conquistarono la nostra libertà. Domenica, andiamo a prenderci un fiore e poniamolo al cospetto di uno di questi eroi silenziosi in segno di gratitudine. Saremo così il fiore del partigiano morto per la libertà, semi di papavero a ricordo dei caduti. Svetteremo alti tra le malerbe e il grano con lo sguardo intelligente, l’animo curioso, e i petali rosso fuoco con una macchia nera al centro, per accentuarne la bellezza. Saremo forti e determinati, al contempo fragili e fugaci rispetto all’infinità della vita, saremo un’ode alla bellezza, un inchino all’esistenza. Adoreremo stare in gruppo e, visti da lontano, formeremo macchie simili a stormi di uccelli in festa, perché, stiamone certi, torneremo a fare festa. La nostra fioritura durerà un giorno o poco più, ma non ce ne cureremo dato che ognuno di noi, proprio come il papavero, potrà far sbocciare fino a 400 fiori, e la sottile peluria sul gambo sarà la nostra pelle d’oca.

 

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