L'Ardisia crenata si tratta di una specie di pianta da fiore della famiglia delle Primulaceae, ed è originaria dell'Asia orientale
Dopo i fiori bianchi dell’Elleboro e il rosso fuoco delle brattee della Stella di Natale, non potevamo proseguire questa mini serie sulle piante di Natale senza parlarvi delle bacche. Le bacche, per il Natale, sono un passaggio obbligato di cui è impossibile farne a meno. Le troviamo di plastica o di polistirolo, rigorosamente verniciate di rosso, e già pronte per essere infilzate nelle ghirlande e in generale in tutti gli addobbi natalizi. E di bacche, oggi, parleremo, ma parleremo di vere bacche di vere piante, di bacche che sono seme ed erano fiore, di bacche naturali e bellissime che a guardarle mettono subito buonumore e allegria. Quest’oggi vi parlerò delle bacche tra le più belle di questo periodo, bacche rosse pregne d’amore, le bacche di una pianta molto curiosa: l’Ardisia crenata.
Si tratta di una specie di pianta da fiore della famiglia delle Primulaceae, ed è originaria dell’Asia orientale. Conosciuta anche con i nomi di bacca di Natale, agrifoglio australiano, cespuglio di corallo, l’Ardisia crenata è un arbusto dal fogliame molto compatto che può raggiungere anche il metro di altezza, spesso con un unico solo fusto. Le foglie, di color verde scuro lucido, sono coriacee e leggermente ondulate ai margini, mentre i fiori sono piccoli, biancastri, lievemente profumati, e a grappolo. Proprio da questi fiori si formeranno le bacche che fanno di questa pianta una diva natalizia. Le bacche (anche se sarebbe corretto chiamarle frutti, o meglio ancora, drupe) risplendono di un rosso brillante e si mantengono sulla pianta a far bella mostra di sé, dall’autunno fino all’inizio dell’estate.
La particolarità che contraddistigue questa pianta, e che la differenzia da tutte le altre piante “a bacca”, è nel portamento delle bacche, che si trovano al di sotto del fogliame riunite in grappoli pendenti. A guardarla con occhi sognanti, parrebbe di scorgere un piccolo paracadute, o un ombrello fatto di foglie con appese, penzolanti, buffe e tondeggianti creature rosse. Sia quel che sia, è indubbio che queste bacche fanno dell’Ardisia una perfetta pianta di Natale che può, anzi dovrebbe, sostituire le riproduzioni artificiali e plasticose offerte dal mercato.
Però, c’è un però. L’altro lato della medaglia di questa bellissima pianta è la capacità invasiva e in parte distruttiva per l’ecosistema arboreo che le sta attorno. Pensate, infatti, che la bacca di Natale, nelle foreste pluviali australiane, viene considerata un’erbaccia infestante per via dei semi contenuti nelle bacche che possiedono un altissimo potere germinativo. Come pure negli Stati Uniti del sud, dove è sfuggita alla cattività minando gli equilibri dell’ecosistema vegetale locale, grazie al suo fitto fogliame che riduce drasticamente la luce alle specie sottostanti, oscurandole e portandole di conseguenza a scomparire. Il fatto che una pianta, come del resto ogni essere vivente, sia stata capace di sfuggire alla cattività, mi procura un inevitabile sorriso ma, soprattutto, avvicina e unisce per somiglianza, il regno vegetale a quello animale, e quindi all’uomo.
Sarà impossibile, allora, privarci della pianta dalle bacche rosse di Natale, una pianta che porta in sé un messaggio d’augurio di buona fortuna e di prosperità. Quando inizia a produrre le bacche, infatti, le mantiene per tutto il tempo che vive senza privarsene più, in un ciclo praticamente continuo tra fiori e frutti, tra bellezza e allegria, tra un addobbo e l’altro.
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