Caro 2021, tu stai per finire e noi ci prepariamo ad accogliere il tuo successore, ma non ti preoccupare, ci siamo abituati. Ogni anno, e si ripete sempre, assistiamo ad un cambio d’anno, anche se, non ti credere, non è proprio indolore. Sai, caro 2021, noi umani ci si affeziona alle cose, ci si affeziona alle persone, alle abitudini, e ci si affeziona anche e soprattutto ai ricordi. Siamo fatti così, ci affezioniamo. Tu entri nelle nostre vite e le attraversi rovesciandoci dentro parecchie cose, alcune molto belle e indimenticabili, altre un po’ meno, altre, invece, sono davvero brutte e difficili. E tu, caro 2021, come peraltro il tuo predecessore e tanto osannato “twenty-twenty”, di cose brutte e difficili ce ne hai versate. Voglio però anche ringraziarti per le cose belle che, ad avere lo sguardo di chi vuole vedere, anch’esse sono state molte. Insomma, un po’ mi dispiace lasciarti andare ma ti porterò nei miei ricordi. Gli stessi ricordi che mi affiorano in questi tuoi ultimi giorni, caro anno, quando, tanti tuoi predecessori fa, ero un ragazzo adolescente e aspettavo, emozionato, il 31 dicembre per festeggiare la fine e il nuovo inizio e, soprattutto, per baciare le ragazze sotto al vischio. Era tutto così emozionante in fondo. Se avevi un’innamorata, ti baciavi lei, ma anche se non l’avevi, qualcuna che voleva baciarti, quella sera, c’era sempre. Miracoli del vischio, caro 2021, ed è per questo che, in questo ultimo articolo che ti appartiene, vorrei parlare di questa strana e misteriosa pianta.
Ma come nasce questa tradizione? Druidi e vichinghi, i primi popoli ad aver considerato sacro questo sempreverde, veneravano il vischio come simbolo di fertilità, poiché fioriva anche in inverno. Alcune leggende, invece, narrano di come il dio del male avesse ucciso il dio del sole, utilizzando proprio una freccia di vischio e la madre del deceduto, (che comunque era pur sempre la madre di un dio), con il cuore spezzato, trasformò le lacrime di dolore nelle bacche bianche che permisero agli altri dei di riportarlo in vita. Da quel momento venne proclamato che nessun male poteva accadere a chi si trovava sotto un cespuglio di vischio. Storie di scaramucce tra dei, insomma.
Il vischio, poi, divenne simbolo di fertilità, e fu a lungo considerato un afrodisiaco naturale (la natura di questa credenza è sconosciuta, e qualche dubbio lo impone, essendo le bacche e il fogliame molto tossiche per l’uomo). Durante l’epoca Vittoriana, invece, era tradizione credere che qualunque ragazza rifiutasse un bacio sotto la pianta di vischio sarebbe rimasta senza proposte di matrimonio per l’anno successivo (e qui mi spiego tutta la disponibilità femminile nei miei ricordi adolescenziali). Comunque sia, ancora oggi il vischio è un simbolo delle festività natalizie, e in particolare del Capodanno, quando ci si raccoglie tra amici e persone care per i festeggiamenti. Hai sentito bene caro il mio 2021? Quando ci si dovrebbe raccogliere tra amici per festeggiare. Ecco, questo ci mancherà, e lo diciamo soprattutto a te, anno nuovo: per il prossimo Capodanno ricordati che vorremmo tanto incontrarci, ammassarci, respirarci, abbracciarci e baciarci, e tanto, sotto al caro e amato vischio, ci siamo intesi?
Con le bacche perlate del vischio ci diamo appuntamento all’anno prossimo, ad un 2022 che ci auguriamo tutti possa essere meglio di questo che sta per volgere al termine, senza dimenticarci però quello che di buono ci ha portato e che ci teniamo stretto da qualche parte, magari proprio in quel bacio sotto al vischio.
Ciao 2021, sei stato un anno intenso e non ti dimenticheremo. Benvenuto 2022 e, mi raccomando, niente scherzi, fai del tuo meglio.
Buon anno a tutti!