Appartiene alla famiglia delle Amaryllidaceae, e lo si può trovare per lo più nei sottoboschi della zona settentrionale del nostro Paese, fino a oltre 1000 metri di quota. Può crescere anche nei prati, a patto che non siano troppo battuti dal sole

Gennaio è il mese più freddo dell’anno, almeno così, in teoria, dovrebbe essere. Ho ricordi d’infanzia in cui a gennaio si congelava e il paesaggio era ricoperto da un significativo manto di neve dura, ghiacciata. Spesso la neve iniziava a mostrarsi già nel mese di novembre, con sporadiche e poco convinte apparizioni, come se assaggiasse lo spazio per testarne le condizioni di fattibilità. Insomma, era un preludio alla grande nevicata che, puntualmente, arrivava ai primi giorni di dicembre per poi proseguire, con generosi refill, durante tutto il mese natalizio. Sovente, la neve si concedeva anche nel giorno di Natale e quello era probabilmente il regalo più bello che un bambino potesse desiderare. Cose ormai facenti parte di mondi sconosciuti e distanti da noi anni luce. Purtroppo, ora nevica perlopiù in montagna, e il freddo, quel freddo, non esiste più. 

Ricordo quando le slitte scivolavano veloci sopra la coltre di neve. Eravamo tanti ragazzini in cima a quel prato bianco, morbido come panna montata, pronti a lanciarci giù per quella pista improvvisata. Tutti i pomeriggi così, su e giù per quel prato al centro del paese, a consumar tutta la neve e a far emergere, verso la fine della stagione, un prato marrone e alquanto spelacchiato. E il triste segnale della fine dei giochi ce lo annunciava madre natura. In fondo alla discesa, nell’ultima neve rimasta intatta vicino agli abeti, spuntavano dei curiosi fiori bianchi. Piccoli, a gruppetti, poche foglie e una testa mesta rivolta all’ingiù. Erano i bucaneve, e sancivano la fine dell’inverno, della neve, e del nostro divertimento, e che, di lì a poco, sarebbe arrivato il tepore primaverile. Fiore forte e coraggioso, il bucaneve è capace di esprimere la sua bellezza anche tramite un leggero profumo, dolce e mielato.

Il bucaneve (galathus nivalis) appartiene alla famiglia delle Amaryllidaceae, e lo si può trovare per lo più nei sottoboschi della zona settentrionale del nostro Paese, fino a oltre 1000 metri di quota. Può crescere anche nei prati, a patto che non siano troppo battuti dal sole. Viene chiamato anche stella del mattino, in quanto è uno dei primi fiori a sbocciare anche quando la neve ricopre ancora il terreno, e il suo nome di genere, ovverosia “Galanthus nivalis”, deriva dal greco “gala” (latte), “anthos” (fiore), e nivalis (nella neve).

Un fiordilatte nevoso, quindi, questo splendido fiore dalla forma a campana, con un fusto eretto e foglie carnose. Il bucaneve è una bulbosa che ama il fresco, l’umido e, come già detto, non sopporta la troppa luce. Piantate i bulbi a settembre, a gruppi, sotto le fronde di un albero, o in vaso e, tra gennaio e febbraio (cambiamenti climatici permettendo), saranno i suoi splendidi fiori ad avvisarvi che il freddo è ormai alle spalle e la bella stagione sta per arrivare.

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