Foglie carnose e fiori a calice giallo tenue, vagamente rassomiglianti a delle trombette, la primula selvatica normalmente fiorisce verso la fine di febbraio

Ed eccoci entrati nel mese di febbraio, il mese del Festival di Sanremo, degli innamorati, e dei fiori per San Valentino. Freddo ma non freddissimo, a febbraio, si inizia a respirare un’aria di rinascita perché, nonostante ci si senta ancora un po’ ghiacciati, si percepisce un dolce e frizzante profumo di disgelo, perché febbraio, si sa, è corto, e sarà subito marzo e quindi, primavera.

Di mattina presto, però, si gela ancora. I campi di mattina sono tutti bianchi, ricoperti di brina e galaverna, le montagne in lontananza abbondano di neve, e l’aria che soffia è fredda da tagliare gli orecchi. Il terreno è croccante sotto i piedi e tutto pare morto, secco, stecchito. Le impronte dei passi ti fanno sentir meno solo e ti tranquillizzano, che già sai che grazie a loro non ti perderai. In questo scenario, duro e crudele, ma di un fascino abbastanza unico, può capitare, però, di scorgere il colore pallido di un fiore che di tutto questo non se ne cura. Nelle zone soleggiate, dove il bianco si scioglie prima, lasciando spazio al terreno maltrattato e all’erba rinsecchita, piccoli ciuffi di un giallo canarino, spuntano qua e là colorando il paesaggio. Sono le primule selvatiche, gioiose e simpatiche presenze, che ci annunciano l’arrivo della Primavera.

LA PRIMULA CHE SA DI PRIMAVERAFoglie carnose e fiori a calice giallo tenue, vagamente rassomiglianti a delle trombette, la primula selvatica normalmente fiorisce verso la fine del mese ma, con questo clima che ormai non si fa più capire, possiamo facilmente scovarla a fiorire anche in questi giorni. La primula è un fiore semplice e rustico che gli si vuol bene solo a nominarla, e che nella sua semplicità racchiude dolcezza e gentilezza in quantità. Il nome del genere Primula deriva dal latino primus e, all’inizio del Rinascimento, questo termine indicava indifferentemente qualsiasi fiore che sbocciasse appena finito l’inverno: primule erano le margheritine, primule erano i bucaneve, e così via. Con il tempo, poi, si guadagnò l’esclusività del nome, e ora, finalmente, primula è la primula, punto.

Le primule, oggi, le possiamo trovare in tantissime varietà e colori per riempire d’allegria i nostri balconi e i nostri giardini, e per poter godere anche del gusto, in quanto è un fiore edibile e sia i fiori che le foglie possono adornare i nostri piatti e stuzzicare il palato in delicate pietanze. Bella, buona e giocosa, la primula ha un grande sorriso rotondo, allegro, e scanzonato, che se avesse gli occhi sarebbero vispi e furbi come quelli dei bambini, e se avesse bocca e fiato, farebbe un gran baccano, come il suono che emette soffiandoci dentro che, è vero, stride come una pernacchia, ma, nonostante ciò, annuncia l’arrivo della primavera, olè.

LEGGI L’ULTIMO ‘FIORE ALL’OCCHIELLO’

IL BLOG DI DAVID ZONTA

© Copyright LaPresse - Riproduzione Riservata