I granata, avanti di due gol dopo un quarto d'ora arrembante, finiscono per perdere 3-2 dopo il guizzo dei liguri

Nel rispetto di ciò che vorrebbe vedere tutte le domeniche e i martedì e i mercoledì e i giovedì Arrigo Sacchi, Genoa e Torino hanno anteposto il gioco al risultato, mettendo insieme una partita divertente e mai banale, che è cominciata in un modo ed è finita in maniera completamente diversa. Il Torino, avanti di due gol dopo un quarto d'ora arrembante, ha finito per perdere (3-2) in capo a una rimonta spettacolare da parte del Genoa. I rossoblù hanno sorpassato i granata in classifica e, soprattutto, hanno allungato le distanze dalla zona caldissma della salvezza, là dove invece sta scivolando poco alla volta la formazione di Ventura, che ha vinto solo una volta nelle ultime nove gare.
Come si diceva, non è stata una sfida anonima, quella di Marassi. Un po' perché dopo 15 minuti il Torino era già in vantaggio di due gol, con la favolosa doppietta di Immobile (4' e 15'), un po' perché dopo altri 4 minuti il Genoa è riuscito a rientrare in gara con il rigore di Cerci (fallo goffo e inutile di Molinaro su Ansaldi) e a minacciare ripetutamente Padelli. Insomma, nessuno si è annoiato, anche perché sia Gasperini sia Ventura hanno scelto di battere la strada del gioco a viso aperto e non dei tatticismi esasperati.

La partenza del Genoa, però, è stata disastrosa: maglie difensive larghe, molta allegria nelle marcature e troppi spazi a disposizione degli attaccanti del Torino. I quali, infatti, si sono infilati e hanno colpito quasi in scioltezza. La meccanica della prima rete, con la sponda di Belotti per il Ciro Nazionale, è stata così fluida da risultare letale per i rossoblù. Possibile che la linea di retroguardia sia capace solo di guardare e non di intervenire?Possibile… Lo stesso vale per il raddoppio, con Immobile che è scattato sulla linea del fuorigioco e De Maio che non è riuscito a opporsi al centravanti granata.
Va detto, ad ogni modo, che dopo la rete di Cerci il Genoa ha rialzato la testa, ha cominciato a riversarsi nella trequarti del Torino e a mettere Padelli sotto pressione. Il Genoa ha protestato molto per un rigore non fischiato da Doveri (Bruno Peres su Pandev), mentre in pieno recupero del primo tempo il secondo penalty è arrivato per davvero, causa una spintarella di Acquah ai danni di Izzo. Pure in questo caso è stato Cerci il cecchino.

La ripresa è iniziata in perfetta parità e con lo stesso canovaccio: Genoa in avanti, Torino pronto a sfruttare le ripartenze. Cerci è stato sempre il più pericoloso, anche perché i rossoblù non hanno un bomber  di ruolo in mezzo all'area e si arrangiano. Rigoni al posto dello spento Laxalt è stata la mossa del Gasp per spostare ulteriormente il baricentro della gara e poi ancora l'avvicendamento tra Cerci e Suso. Al contrario, Ventura ha aspettato il minuto 60 per togliere Belotti e lanciare Martinez, abile in teoria a sfruttare gli spazi e l'allungamento delle due formazioni. Ma è stato Rigoni (20') a segnare il gol del sorpasso, di testa, su una punzione da destra di Suso, con la retroguardia granata statuaria e, dunque, colpevole. Pochi istanti dopo ci sono stati i lamenti del Torino per un contatto sospetto tra Gabriel Silva e Bruno Peres, con Doveri impassibile.
Per riacciuffare il pareggio, il Torino si è poi schierato con tre punte, allorchè Maxi Lopez ha preso il posto di Benassi, che è stato un po' come raschiare il fondo del barile. Una parata di Perin (su Acquah) e una di Padelli (su Suso) sono stati i titoli di coda.

 

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