Ottima prestazione per la squadra di Conte che ha giocato con testa, cuore e una difesa superlativa

Per battere il Belgio, tutto sommato anche nettamente, l'Italia ci ha messo prima l'intelligenza, poi la forza e per ultimo, in pieno assedio avversario, il cuore. Era così che i tifosi la volevano, era così che Antonio Conte l'ha servita all'Europa e all'Europeo, capovolgendo i pronostici che ci davano per semplici outsider, miniaturizzando le ambizioni di chi alla vigilia ha voluto scientemente fare lo 'sborone'. Ora che siamo in testa al girone, da soli, magari qualcuno comincerà a cambiare idea: da qui a venerdì, per la sfida con la Svezia, ci sarà tempo e modo per ragionarci. Ma nessuno, nemmeno il più inguaribile degli ottimisti, avrebbe immaginato una partita tanto bella e tanto tosta degli azzurri, esaltati dai gol di Giaccherini e Pellé, sublimati dalla sensazione grande e grossa di essere un gruppo solidissimo.
E di non avere limiti, almeno per quanto s'è visto fino ad ora.

Siamo stati più bravi di quello che molti si aspettavano anche perché il Belgio è stato molto più deludente di quanto molti si aspettavano. Resta l'indissolubile dubbio se il merito sia attribuibile esclusivamente agli azzurri o sia demerito dei nostri avversari, però va da sé che l'Italia ha dato fin da subito l'impressione di essere una squadra, con gli esterni larghissimi (Candreva e Darmian), con la regia consumata di De Rossi, con il pedalare prodigioso di Giaccherini e Parolo, con la velocità di Eder nelle ripartenze e lo spessore fisico di Pellé davanti.

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