La Pulce lascia la Nazionale argentina dopo la sconfitta col Cile

Triste, solitario y final. Occhi bassi, voce bassa, tutto basso: Lionel Messi ha dato addio alla nazionale argentina dopo aver perso l'ennesima finale e aver gettato al vento un calcio di rigore, insomma nella maniera più ingloriosa possibile. Lui che è (stato) capitano e simbolo di una Argentina grande e incompiuta, si è arreso, ha alzato le mani, consapevole forse che con la squadra della sua patria non sarebbe mai/più riuscito a conquistare niente. Il calciatore più forte del mondo relegato in un cantuccio, miniaturizzato dall'incapacità di esaltarsi con una maglia diversa da quella del Barcellona.

"No te vayas", cioè non te ne andare, hanno titolato i media argentini, scioccati più dalla decisione di Messi che dalla "derrota infernal" contro il Cile, la seconda a stretto giro di posta. Ma qualcuno già si domanda se, in una situazione analoga, Diego Maradona si sarebbe comportato così. Pur con tutte le trasgressioni del fenomeno di Lanus, pur con tutto quello che di sbagliato e di esagerato ha combinato il Pibe de Oro nella sua esistenza, monta il sospetto che non avrebbe mai mollato di fronte a una sconfitta.

Maradona no, Maradona avrebbe brandito un microfono e avrebbe urlato non solo al Sud America ma al mondo che l'Argentina si sarebbe riscattata ai Mondiali di Russia e che lo avrebbe fatto attraverso i suoi gol, le sue magie. I campionissimi si comportano da campionissimi soprattutto quando perdono, però va da sé che l'elaborazione della sconfitta è qualcosa di personale e di unico. Messi passerà alla storia per essere stato un calciatore grandissimo, una 'foca ammaestrata' con il pallone tra i piedi, il re di e del Barcellona, ma a Buenos Aires e dintorni rimarrà l'impersonificazione di un rimpianto.

E' vero, dopo un Europeo disastroso anche Zlatan Ibrahimovic ha detto addio alla Nazionale, però lo slavo di Malmoe si avvia verso i 35 anni e oggettivamente la Svezia non avrebbe mai potuto vincere niente. L'Argentina di Higuain, Di Maria, Mascherano, Lavezzi, Banega  e per l'appunto Messi aveva il dovere morale di alzare al cielo un trofeo, invece è scivolata di nuovo sulla buccia di banana. E con lei il suo calciatore simbolo. Un fenomeno a metà.

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