Il caso che ha investito il mondo del pallone italiano nel 2006, già giudicato da diverse sentenze, deve ancora chiudere alcuni capitoli collaterali

Dieci anni sono trascorsi, ma la lunga e spinosa vicenda Calciopoli non sembra aver mai fine. Domani, infatti, si scriverà un altro capitolo di questa controversa vicenda. Il caso che ha investito il mondo del pallone italiano nel 2006, già giudicato da diverse sentenze, deve ancora chiudere alcuni capitoli collaterali. Uno vede schierato in prima linea Giuseppe Gazzoni Frascara, l'imprenditore a capo del Bologna Fc per 12 anni, oggi presidente onorario del club, nonché tra i grandi accusatori di Calciopoli.

Al termine del campionato 2004-2005 la squadra emiliana retrocesse in serie B dopo lo spareggio perso contro il Parma: alcune delle partite disputate dai rossoblù in quella stagione furono oggetto delle inchieste che portarono alle penalizzazioni di alcuni club. La sentenza della Cassazione ha ribaltato la sentenza d'Appello riconoscendo il diritto al risarcimento dei danneggiati. Aprendo così la strada ai ricorsi civili nei confronti di Juventus e Fiorentina, degli ex dirigenti bianconeri Antonio Giraudo e Luciano Moggi, dei fratelli Della Valle, di Sandro Mencucci, amministratore dei viola, e dell'arbitro De Sanctis. Decisione che ha convinto Gazzoni, 80 anni, ad andare all'attacco.

Da una parte, una richiesta di risarcimento presentata a titolo personale, presso il Tribunale di Roma: 32 milioni di euro. Dall'altra, una richiesta di risarcimento a nome Victoria 2000 srl, la società a suo tempo proprietaria del Bologna Fc 1909, presso la Corte d'Appello di Napoli: 49 milioni di euro. Sulle richieste presentate ai condannati, così chiarì lo stesso Gazzoni in un'intervista al 'Resto del Carlino' nell'ottobre 2015: "Ho aggiunto 17 milioni di danni personali, 17 anche per il dissesto della finanziaria di famiglia, la GGF. E altri 15 per aver dovuto cedere a un solo euro, insieme al Bologna, anche la finanziaria che si occupava degli aspetti immobiliari legati allo sviluppo del club. Poi ci sono i 32 già chiesti da Victoria e il totale sarebbe 81. Ma a questi vanno aggiunti 13 milioni di svalutazione e 19 di interessi. La cifra complessiva è di 113 milioni e 628 mila euro". Per qualcuno, il maggior responsabile della retrocessione del Bologna fu in realtà il Bologna stesso. Domani, per l'appunto, si discuterà sul ricorso legato al primo risarcimento, quello a titolo personale.

Va sottolineato come Gazzoni sia diventato un assiduo frequentatore di tribunali. Ad esempio ha combatuto anche battaglie sul fronte sentimentale. Malgrado si parli della sua ormai ex compagna, Katherine Price, richiestissima designer americana, ex moglie di Leonardo Mondadori e compagna per un decennio, fino al 2005, dell'industriale bolognese. La battaglia riguarda i costosissimi regali – tra cui gioielli, un diamante di tredici carati, un Picasso e altri quadri di valore – fatti da Gazzoni alla signora. Conclusa la storia, lui ha provato a farsene ridare indietro almeno una parte. 'Lady Mondadori', ovviamente, non era d'accordo. Ne è nata una furibonda battaglia legale fino alla Cassazione. Che così si è espressa: è eccessivo che un quadro da un milione di euro venga considerato uno dei 'soliti' regali, una tale ricchezza non può passare di mano senza l'appuntamento da un notaio che certifichi la donazione.

In sintesi, la signora poteva tenersi tutti i preziosissimi cadeau, connotati secondo la Cassazione da "liberalità d'uso della dazione", ad eccezione dei Picasso: quello non era un dono come gli altri, "perché la donazione, avvenuta a chiusura di uno screzio tra le parti, unitamente al regalo di un brillante da tredici carati, costituiva apprezzabile depauperamento del patrimonio del donante; e avrebbe richiesto la forma prevista dall'art'.782 del codice civile". E quindi andava restituito a Gazzoni. Nonostante lo scontro in tribunale, non sembrano esserci tracce di veleni tra i due conviventi. Lo rivela la stessa Price a LaPresse: "Siamo rimasti in ottimi rapporti, ci sentiamo e vediamo spesso. Usciamo anche a cena insieme. I miei figli sono ancora molto legati al signor Gazzoni. Sono passati ormai tanti anni, ma per me è una persona straordinaria. Come mai è finita la relazione? L'amore a volte finisce, forse perché gli uomini sono troppo gelosi". E sminuisce anche la battaglia in tribunale: "Quella è stata una dimenticanza degli avvocati. Alla conclusione della vicenda ci siamo fatti una grande risata". Domani, per la vicenda Calciopoli, non sarà questione né di cuore, né di gelosia, né di una dimenticanza legale.
 

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