Champions, Lione-Juve 0-1: Buffon e Cuadrado miracolosi

Nonostante l'inferiorità numerica, i bianconeri riescono a portare a casa una vittoria tutt'altro che scontata

Più di Juan Cuadrado, che ha segnato il gol della vittoria, un gol favoloso che pesa tantissimo in chiave qualificazione, il protagonista della notte di Lione è stato Gianluigi Buffon. Con le sue parate, con i suoi miracoli, con il suo riscatto globale, ha tenuto in linea di galleggiamento una squadra che, in inferiorità numerica dopo un'ora, ha rischiato di capovolgersi. E, per estensione del concetto, di pregiudicare il cammino in Champions League. Il portierone e il colombiano con la testa ricciolina, entrato al posto del fantasma di Dybala, hanno consentito ai bianconeri di sfangare una trasferta diventata all'improvviso delicatissima: poteva essere una passeggiata in discesa, si è trasformata in una faticosissima ascensione con i piedi zavorrati.

OCCASIONI Non è stata una partita memorabile sotto il profilo dello spettacolo, anche se la Juventus ha preso subito il controllo delle operazioni e per un pezzo ha cominciato a riversarsi nella metà campo francese. Una superiorità nettissima ma non concreta, certificata da un paio di mezze occasioni (8' Bonucci a colpo sicuro stoppato da una natica di Khedira; 24' destro violento di Higuain deviato da Lopes) e da due opportunità grandi e grosse (43' testata del Pipita e altro intervento di Lopes, 46' zuccata di Bonucci di poco a lato). Però, tenuto conto del divario tecnico/tattico, la formazione bianconera doveva portarsi avanti con il lavoro per evitare grane successive, invece ha rischiato la beffa quando Bonucci ha deciso di abbattere Diakhaby proprio sotto gli occhi dell'arbitro, un placcaggio da rugby: ammonizione e rigore che Buffon ha neutralizzato a Lacazette, al rientro dopo un mese di assenza (e si è visto), gettandosi alle spalle un paio di settimane terribili, di errori e critiche.

REAZIONE La rinascita del portiere, che poi è stato costretto a ripetersi e a ripetersi ancora, ha consentito alla Juventus di andare all'intervallo in condizioni di parità e di poter riflettere serenamente su cosa e su chi non ha funzionato alla perfezione: dai ritmi troppo bassi della manovra all'impalpabilità di Pjanic e Khedira, dall'egoismo cronico e irritante di Dani Alves alla sterilità di Dybala, alle difficoltà di Lemina nel ruolo di regista. E' vero che il Lione non ha concesso spazi, è stato cortissimo e spesso nel primo tempo ha rinunciato a offendere per non essere offeso, ed è vero che dopo lo spavento del penalty la reazione dei campioni d'Italia è stata rabbiosa, ma la sensazione di aver sprecato troppo contro un avversario più debole ha cominciato a frequentare molti pensieri.

MIRACOLO Eppure, in una realtà rovesciata, nella ripresa è stato ancora Buffon (50') il protagonista della notte lionese: in capo alla solita stupidaggine di Dani Alves, ha dovuto rimediare alla conclusione di Tolisso con un autentico miracolo, appena pochi minuti prima che Lemina si faccesse cacciare per doppia ammonizione. Trentacinque minuti in inferiorità numerica contro un Lione dal piglio molto diverso rispetto all'inizio sono stati una prova di resistenza umana per la Juventus, che ha provato a colpire in contropiede ancora con Higuain ma con una certa, prevedibile paura di scoprirsi. Il cambio tra Dybala e Cuadrado è stata la mossa della disperazione di Allegri, mentre Buffon ha messo un'altra pezza ancora su Tolisso (71') in maniera da rendere completa la sua riabilitazione. Poi si è acceso all'improvviso il colombiano, due finte e un destro velenoso da posizione improbabile: capolavoro, rete e incubo svanito. Anche se c'è qualcosa da risistemare.