I neroazzurri sono usciti dall'incubo solo negli ultimi sei minuti

L'Inter è uscita dal suo incubo negli ultimi sei minuti della strana partita contro il Crotone, quando sembrava che alle incertezze societarie si unissero tragicamente anche quelle della squadra. All'improvviso, si sono svegliati Perisic e Icardi, così tutto è diventato meno aspro, meno difficile, meno angusto, in attesa che il signor Suning annunci nelle prossime 48 ore chi sarà il nuovo tecnico al posto di Vecchi, cioè il vero erede di Frank De Boer. Tra l'altro, il tecnico olandese è stato salvato dalla curva Nord, a differenza dei dirigenti e dei giocatori.

Il canovaccio della partita è stato chiaro fin dall'inizio: l'Inter proiettata in avanti, il Crotone determinato a non concedere spazi e a tentare qualche sortita in contropiede. Ma nulla, adesso, è semplice per i nerazzurri, compreso il fatto che dopo nemmeno venti minuti si è infortunato Ranocchia, sostituito da Murillo; compresa la decisione dell'arbitro Calvarese – su suggerimento dell'assistente – di annullare un gol a D'Ambrosio per un fuorigioco millimetrico; compreso il clima ostile di San Siro, con una curva in aperta contestazione nei confronti della squadra e dei giocatori.

Senza spazi, con ogni centimetro di campo presidiato dai calabresi, l'Inter ha fatto fatica a trovare sbocchi per Icardi – che nel primo tempo non ha praticamente toccato un pallone – e per Perisic, isolato a sinistra. Joao Mario e Brozovic hanno macinato palloni con precisione alterna, Candreva e Banega hanno provato ad accelerare, però le ambasce sono parse evidenti. La pressione offensiva nerazzurra ha prodotto un'occasione di testa con Miranda, su palla inattiva, con parata di Cordaz, e – appunto – il gol annullato a D'Ambrosio. Poi un sinistro 'a giro' di Brozovic.

Il Crotone ha tenuto la testa nel guscio, persino Palladino ha rinculato costantemente in difesa e Falcinelli ha gravitato a centrocampo, lasciando Trotta come unica, isolatissima punta. Niente che non fosse prevedibile. La ripresa è stata identica al primo tempo, anzi la pressione dell'Inter è stata ancora superiore e dalla punzione di Banega (18') deviata da Cordaz in poi la gara è diventata una specie di assedio. Per questo Nicola ha sostituito Trotta, un attaccante, con Crisetig, un centrocampista, in maniera da consolidare gli argini e da frenare Eder, entrato al posto di Banega. Ma a sei minuti dalla fine, quando San Siro cominciava a fischiare, Periric si è inventato il gol della liberazione, con una galoppata di cinquanta metri e un diagonale chirurgico. Prodezza bissata due da Icardi: l'argentino prima ha trasformato un rigore che lui stesso si era procurato (fallo di Ferrari), poi in pieno recupero ha scaricato in rete la sua rabbia per il definitivo 3-0.

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