La risposta dei bianconeri a malumori e polemiche è stata netta: tre gol di Alex Sandro, Rugani e Mandzukic
Un quarto d'ora per scrollarsi di dosso la ruggine della brutta sconfitta di Marassi, un altro po' per mettere al sicuro la vittoria e anestetizzare l'Atalanta che stava viaggiando a ritmo scudetto e che, assieme al Milan, è probabilmente la squadra più in forma del campionato. Insomma, dopo 19 minuti poteva già calare il sipario, senza comunque tralasciare cosa è venuto dopo, cioè dettagli non troppo trascurabili. La risposta della Juventus ai malumori generali e alle polemiche striscianti è stata netta e inequivocabile, anche perché la sensazione abbastanza evidente, quasi esondante, è che in settimana Massimiliano Allegri abbia 'massaggiato' a dovere lo spogliatoio in maniera da ricordare a tutti per chi giocano e per cosa giocano. Ad esempio, ha macinato più chilometri e assist Pjanic in questa partita che negli ultimi due mesi, al punto da chiedersi se quello visto in autunno non fosse in realtà la versione pataccata del campione strappato alla Roma per un discreto gruzzolo di milioni. Pjanic è stato il caso più evidente di metamorfosi bianconera, ma non il solo. Rugani ha esibito personalità, Alex Sandro è stato martellante a sinistra, Mandzukic ha saputo battersi come un leone in avanti e indietro. Del resto, in piena emergenza infortuni, la difesa a quattro e la presenza di un trequartista alle spalle del tandem d'attacco pare essere la soluzione meno rischiosa e più efficace.
CAPOCCIATA. L'Atalanta è stata in partita per una decina di minuti, aggrappata alla sana incoscienza dei suoi splendidi giovani che, però, hanno pagato il tributo della loro inesperienza. Ma la formazione di Giampiero Gasperini non ha mai sbracato, ha provato a replicare ai campioni d'Italia, ha mostrato molte individualità interessanti, a cominciare da Kessie. Rimane il fatto che l'azione personale di Alex Sandro al 15' , con la complicità di un goffo Sportiello, ha spezzato l'equilibrio del punteggio e della psiche. La capocciata di Rugani al 19' ha poi messo la Juventus nella condizione migliore per rialzare la testa e ritrovare meccanismi perduti. Non a caso, ispirati da Pjanic,i bianconeri hanno sfiorato la terza rete proprio con una punizione del bosniaco e poi con Higuain. Infine, è toccato per due volte Mandzukic a immolarsi nella sua area per stoppare le conclusioni dell'Atalanta, a testimonianza che la generosità del croato è senza limiti.
RESTAURAZIONE. Un primo tempo di possesso, inversamente proporzionale a quello inquietante di Genova: la restaurazione juventina è continuata pure nella ripresa. Marchisio ha costretto Sportiello a un difficile intervento (18'), Mandkukic è diventato eroe sbattendosi per sé e per gli altri, fino a quando non l'ha buttata dentro, di testa, sul solito assist di Pjanic dalla bandierina pochi istanti prima del minuto 20. Un premio strameritato. Cosa è venuto dopo è stata solo gestione del vantaggio e delle energie, malgrado l'Atalanta un gol lo abbia segnato, con Freuler, a otto minuti dall'epilogo. Forse persino troppo per ciò che ha mostrato in una sera da dimenticare. Compreso il palo centrato da Lemina a pochi istanti dall'epilogo.
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