I biancazzurri trovano il gol della bandiera con Muntari ma ormai per loro la serie B è una certezza

E' durato poco l'effetto-Zeman a Pescara. L'euforia per l'arrivo in panchina del boemo si è fermata al 5-0 al Genoa, poi tre sconfitte di fila compresa questa – pesantissima – contro un'Udinese che Delneri ha saputo rimodellare e motivare. I friulani la settimana scorsa avevano anche fermato la Juve sul pari ma non vincevano dal 29 gennaio, quando si imposero 2-1 sul Milan. All'Adiatrico finisce 1-3 e sembra un film già visto troppe volte quest'anno. A spianare la strada all'Udinese il solito Zapata che dopo 21' spegne gli entusiasmi di un Pescara volenteroso ma poco concreto che pure sembrava nel suo momento migliore. Hallfredsson scambia corto con Jankto, che prova il cross al centro dell'area di rigore: il colombiano, lasciato colpevolmente solo, incorna bene di testa e supera Bizzarri. La partita si anima perché il Pescara non ci sta e sfiora il pari con un colpo di testa di Cerri su cross di Benali e perchè l'Udinese non si limita a difendere e per poco non raddoppia con De Paul, ben servito da Zapata di testa, che manda di pochissimo a lato. Si ricomincia e le speranze degli abruzzesi di rimettere in piedi la gara si smontano subito. Dopo 5' l'Udinese colpisce con un sinistro di Jankto, su suggerimento di Halfredsson e per la squadra di Zeman è notte fonda. Arriva anche il terzo gol all'11' quando Jankto, scappato sulla corsia sinistra, serve al centro dell'area di rigore Thereau: il tiro viene deviato da Bovo, ma il pallone finisce in rete. Game over. Nel finale l'Udinese sostituisce il portiere Karnezis, infortunatosi in uno scontro con Cerri, con Scuffet e il Pescara trova il gol della bandiera con Muntari ma ormai per lei la serie B è una certezza.

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