"Il problema dell'allenatore non sussiste e non deve sussistere, io e il club viaggiamo di comune accordo"

"Possibilità che io sia sulla panchina della Juventus la prossima stagione? Al momento 100%, perché ho un contratto fino al 2018". Così Massimiliano Allegri, allenatore della Juventus, a proposito del suo futuro. "Ma in questo momento il problema dell'allenatore non sussiste e non deve sussistere, perché siamo nel momento cruciale della stagione", ha sottolineato il tecnico in conferenza stampa alla vigilia dell'anticipo con il Chievo. "Questo credo sia l'ultimo dei problemi, sia da parte mia che da parte della società. Anche perché – ha aggiunto – da parte mia e della società non ci sono mai stati problemi, viaggiamo di comune accordo. Quindi bisogna rimanere concentrati perché al momento non abbiamo vinto ancora niente".

"Ogni anno – ha ancora spiegato Allegri – è una situazione diversa, quest'anno è un'altra situazione. Siamo dentro ad un momento cruciale della stagione, poi dopo la società magari mi chiamerà. Non sono io che devo chiamare la società, è la società che deve chiamare me. Io – ha assicurato – sono contento di stare alla Juventus. Quando ci incontreremo, parleremo. Alla fine io sono un dipendente che gestisce dei giocatori, delle risorse umane". "Personalmente non ho la testa per pensare a quello che potrà succedere l'anno prossimo. Se le cose vanno bene non capisco perché ci dovrebbe essere separazione", ha continuato il tecnico. "Un possibile addio se vinco tutto? Tolgo il se, non mettiamo il carro davanti ai buoi. Pensiamo innanzitutto a vincere il campionato, l'obiettivo principale di questa stagione, perché altrimenti perdiamo la realtà delle cose".

"La Juve deve entrare nella leggenda, ci sono dei giocatori – ha ricordato – che quest'anno possono vincere sei scudetti di fila e rimarrebbero nella storia del club. La Champions è una competizione a sé, ha fascino, ma l'obiettivo della Juve era quello di entrare nelle prime otto. Il percorso della Juventus è cresciuto molto da quando c'è questa dirigenza agli ultimi tre anni". "Penso a quello che succede ora", ha precisato Allegri. "Poi quando riparti si possono aprire altri cicli. Non chiamiamoli progetti perché nel calcio progetti non se ne fanno, bisogna fare solo dei risultati e delle vittorie. Alla fine quello che conta sono i punti. Poi – ha concluso – è normale che vai avanti e la società avrà un programma da propormi, come ha sempre fatto. Ma credo che la Juventus in questo momento sia una delle società più forti e più importanti d'Europa, ed è quello che conta".

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