"Mi sento in dovere verso me stesso, verso la mia famiglia e chi mi conosce già, di fornire le mie precisazioni in un momento in cui la stampa, stante la verifica in corso, mi dipinge come un possibile truffatore e maneggione". Si apre così una luna nota del patron del Palermo Maurizio Zamparini pubblicata sul sito rosanero. "Con stupore – spiega – venerdì scorso ho aperto la casa della mia famiglia ad Aiello del Friuli ad agenti della guardia di finanza per un ordine di perquisizione, tra lo stupore e la rabbia di mia moglie e mio figlio che non sopportano quello che nei fatti è una violenza: in un Paese civile, a meno che tu non sia un delinquente, vieni convocato a mostrare tutta la documentazione relativa ai fatti sotto inchiesta. Dopo il primo approccio formale, mi ha fatto piacere il rapporto di umanità che si è instaurato quando penso si siano resi conto della mia massima disponibilità e soprattutto del fatto che non avessi nulla da nascondere. Alla fine di una giornata di collaborazione nei rispettivi ruoli, ci siamo salutati stringendoci la mano. Io rispetto il lavoro della magisratura e sono convinto, non avendo mai volutamente commettere alcun reato, che la verità darà soddisfazione alla mia onestà". Poi rilancia: "Il mio lavoro odierno nel Palermo Calcio è sorretto dall'obbligo di fare una squadra per ritornare in serie A. Naturalmente, come avevo detto a Baccaglini e ora a Cascio, è necessario un intervento di capitali non per non fallire, come scrive qualcuno, ma per fare un mercato acquisti tenendo i più bravi e inserendo altri ottimi giocatori. Tedino e Lupo stanno lavorando sodo e sono convinti come me che ritorneremo in serie A. Sicuramente con un altro presidente e, spero, un'altra proprietà".
"Io – aggiunge Zamparini – non ho mai avuto nessuna società in Inghilterra. Tutti i movimenti di denaro miei e nelle società della famiglia sono trasparenti e verificabili. Avendo venduto il mio gruppo nel 2000-2002 al gruppo francece Pinault Printemps Redoute per circa 800 miliardi di lire, tutta la provenienza dei miei investimenti proviene da quei fondi o dalle banche. Tutti i conti correnti personali e delle società della famiglia sono a completa disposizione degli inquirenti: non ho mai fatto utili con un euro di cosiddetto 'nero', parola che non conosco, non ho né ho mai avuto alcuna società nel Regno Unito: né direttamente né in forma collaterale. Sono in difficoltà poiché aggredito da tempo dall'Agenzia delle entrate, non per evasioni ma per interpretazioni di parte delle regole". "Il Palermo Calcio stipendia circa 160 persone: fatto inusuale nella sua storia, mai abbiamo omesso di pagarli regolarmente. Tutti i fornitori vengono pagati nelle regole, così come tutte le imposte dovute. Tutta la nostra contabilità ed i nostri conti bancari sono in regola ed a disposizione degli inquirenti, così come tutti i professionisti esterni che da anni danno la loro consulenza".
Il patron rosanero rivela di stare cercando "con difficoltà investitori in Italia e all'estero, gente che dovrà assicurare investimenti come feci io all'inizio".