Bonucci non considerava più i bianconeri come casa sua, ecco perché la trattativa con i rossoneri è stata fulminea

La sensazione è che si siano tolti tutti un peso: la Juventus che considerava ormai Leonardo Bonucci quasi ingombrante all'interno di uno spogliatoio descritto da Dani Alves (altro partente illustre) non proprio come un'oasi di felicità; Leonardo Bonucci che non considerava più la Juventus come casa sua. Ecco perché la trattativa con il Milan è stata fulminea ed è andata subito a buon fine: Andrea Agnelli e Giuseppe Marotta non hanno esitato nemmeno di fronte all'eventualità di consolidare una squadra che adesso è da considerare una pretendente per lo scudetto: hanno intascato 40 milioni e tanti saluti; Massimiliano Allegri non ha fatto una piega all'idea di perdere uno dei difensori più forti d'Europa, anche perché i due avevano litigato platealmente durante e dopo la partita con il Palermo.

Con la schiera di acquisti effettuata tra giugno e luglio, il Milan si ricolloca tra le squadre che puntano in alto. Nemmeno durante la gestione ultraventennale di Silvio Berlusconi c'era stato un mercato così scoppiettante: e il difensore azzurro, in questo senso, è un sigillo di garanzia per le ambizioni future. Donnarumma, Bonucci e Romagnoli sono tanta roba per una retroguardia spesso troppo fragile, poi Biglia, Kessie, Rodriguez, Calhanoglu, Conti, Musacchio, André Silva, eccetera eccetera. A naso, Vincenzo Montella ha una responsabilità molto grande sulle spalle: vincere. Subito.

La Juventus è meno decifrabile. Di nuovo ha il logo e Douglas Costa, brasiliano pagato 46 milioni. Di meno ha Dani Alves e Bonucci, per il momento. Da risolvere ha un paio di grane: Schick, tutt'ora a bagnomaria (piace ad Allegri? Mah) e Alex Sandro, il quale tenuto conto dell'offerta del Chelsea ha chiesto un adeguamento del contratto. Da vendere ha pure Cuadrado e Lemina. La sensazione che le strategie mercantili dei campioni d'Italia siano ancora in fase di definizione è tracimante, malgrado la presenza nello staff societario di Fabio Paratici sia una garanzia assoluta sotto il profilo professionale. Le prossime settimane saranno decisive per capire dove andrà a parare la Juventus. Che, immaginiamo, non potrà stare con le mani in mano.
 

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