Nel campionato italiano di calcio fa il suo esordio il Var (Video assistant referees), il nuovo supporto tecnologico che dovrebbe limitare gli errori arbitrali e stemperare i veleni che accompagnano quasi tutte le partite.
Una vera e propria rivoluzione per il mondo del calcio, da tanti richiesta. E gli arbitri italiani non intendono subirla, ma vogliono viverla da protagonisti. Il Var "è un progetto che potrebbe rivoluzionare la figura arbitrale oppure, ed è quello che noi vogliamo, non rivoluzionarla affatto", è "un supporto tecnologico che non cambierà le prerogative dei nostri arbitri", perché in sostanza sarà "il portiere, che farà parate che salvano il risultato, sarà un consiglio per l'arbitro, ma la decisione finale, sempre sul terreno di gioco, è solo dell'arbitro". Così ha esordito il nuovo designatore degli arbitri di Serie A, Nicola Rizzoli, intervenendo, oggi al centro tecnico federale di Coverciano, a Firenze, alla tradizionale conferenza stampa dell'Associazione italiana arbitri alla vigilia del campionato.
"Dobbiamo esser preparati non solo noi – ha aggiunto Rizzoli -, ma anche i giornalisti e tutto il mondo del calcio. Se funziona è una vittoria per il calcio non solo degli arbitri". Il designatore degli arbitri ha sottolineato che "oggi per noi la cosa importante è prendere la decisione corretta, poi, nel tempo sarà di prendere decisione corretta nel più breve tempo possibile: il lavoro fatto negli ultimi mesi è stato mostruoso e la Lega si è adoperata per organizzare una sessantina di partite sperimentali on line. Siamo cresciuti in maniera esponenziale in un mese e mezzo e siamo ottimisti e convinti che potremo cominciare nel miglior dei modi".
Rizzoli ha poi spiegato che "il Var può solo valutare situazioni da protocollo, cioè segnature, rigori, rossi diretti e scambi di identità" e che "solo l'arbitro può cominciare una review, altri lo suggeriscono, e se un giocatore si permette di chiedere il Var sarà ammonito". Sulla stessa lunghezza d'onda anche Marcello Nicchi, presidente dell'Aia, l'Associazione italiana arbitri. "A chi non è sportivo ma è un folle – ha affermato Nicchi – il Var non fa cambiare opinione. Non sono fatti sportivi. Ci faremo comunque rispettare. Nessuno può più permettersi di mettere in dubbio l'operato degli arbitri". E ha aggiunto che "qui si può aprire una nuova finestra del divertimento e dell'annullamento delle tensioni".
Anche il project leader del progetto Var ed ex arbitro, Roberto Rosetti, anch'egli presente oggi a Coverciano, ha ribadito la centralità del ruolo del direttore di gara. "Il vero obiettivo del Var – ha detto Rosetti – rimane migliorare il gioco del calcio e dare maggiori garanzie a giocatori, Federazioni, Leghe, ma soprattutto un aiuto agli arbitri, perché è anacronistico che tutti vedano in dieci secondi ciò che è successo in campo e solo l'arbitro non possa farlo".
Il presidente della Federazione italiana gioco calcio, Carlo Tavecchio, presente all'incontro con i vertici arbitrali, ha sottolineato il ruolo avuto dall'Italia nell'introduzione del Var. "Siamo stati i primi con Blatter – ha ricordato – a fare questo tipo di proposta. Dopodiché si è aperto tutto un fronte che per la verità inizialmente non era molto compatto. Adesso con piacere vedo che c'è il consenso generale della parte tecnica, della parte politica, delle leghe e quindi sono contento". Rizzoli poi ha chiosato affermando che "un miglioramento dei rapporti fra arbitri e calciatori con la Var, oltre che lecito, è auspicabile". Ma, come si dice nel mondo del calcio, sarà il campo a esprimere il verdetto finale e a dimostrare se con il Var non vedremo più i capannelli di giocatori che protestano intorno all'arbitro e potremo mandare in pensione le tante trasmissioni televisive che passano ai raggi X tutte le situazioni di gioco, alimentando polemiche infinite.