Anche l'ultimo tassello del fantasmagorico mercato del Milan è andato a posto
Con buona pace di Ilaria D'Amico, anche l'ultimo (ultimo?) tassello del fantasmagorico mercato del Milan è andato a posto. Nikola Kalinic è abile e sta per essere arruolato nella squadra di Vincenzo Montella: l'ok è arrivato dopo l'esito delle visite mediche, anche se la firma sul contratto è stata posticipata di qualche ora per consentire la diretta tv pure in Cina.
"Sono felice di essere qui", ha proclamato l'attaccante, gettandosi alle spalle l'esperienza alla Fiorentina e le polemiche che hanno accompagnato il suo trasferimento a Milano. La formula d'acquisto è quella del prestito oneroso (10 milioni) con obbligo di riscatto (altri 15); la speranza è che il croato possa fare compiere un ulteriore salto di qualità a rossoneri, reduci da successo largo e convincente di Crotone.
L'ad Marco Fassone e il ds Massimiliano Mirabelli hanno finito per scegliere Kalinic dopo aver blandito a lungo Andrea Belotti, guardato con interesse a Pierre-Emerick Aubameyang ed addirittura accarezzato l'ipotesi di Zlatan Ibrahimovic. Ma sul granata c'era la posizione irremovibile di Urbano Cairo, presidente del Torino, sul gabonese il Borussia Dortmund ha fatto muro, mentre sullo slavo di Malmoe aleggiavano molte, troppe perplessità. L'ex viola garantisce gol (12 nella prima stagione a Firenze, 15 nella seconda) e personalità internazionale, ha un profilo tattico che consentirà a Montella di utilizzarlo sia come prima punta sia come centrale nella line a tre della trequarti.
Il suo arrivo in rossonero ha ulteriormente fatto impennare l'entusiasmo dei tifosi che hanno abbracciato il progetto cinese del post-Berlusconi. Tanto da allestire – via social – un duro confronto con Ilaria D'Amico 'colpevole' di aver detto in diretta "Se ci saranno le coperture finanziarie questa società avrà fatto un lavoro straordinario". Molti sostenitori milanisti hanno minacciato di disdire l'abbonamento a Sky, mentre la società ha deciso di non concedere nessun tesserato per le interviste di rito del dopo-partita. Una polemica che si è trascinata nel day after ma che non ha avvelenato l'avvento di Kalinic e i pensieri 'in grande' del popolo, solleticato pure dal confronto con i cugini interisti.
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