Il 2 settembre, a Madrid, l'Italia si gioca la qualificazione diretta al Mondiale in Russia
E' arrivato il momento del giudizio per la Nazionale di Gian Piero Ventura. Il 2 settembre, a Madrid, gli Azzurri si giocano la qualificazione diretta al Mondiale in Russia. Italia e Spagna arrivano a questa sfida a pari punti in classifica. Ma gli spagnoli hanno dalla loro una migliore differenza reti. Ragion per cui l'Italia deve vincere per sperare nella qualificazione diretta. E questa mattina, a Coverciano, gli azzurri hanno iniziato la preparazione per questa sfida cruciale. "Andiamo in Spagna a giocarcela a viso aperto, ed è evidente che dobbiamo andare per vincere: abbiamo un solo risultato", dichiara subito il ct. "Ma mi preoccupa – aggiunge – che parliamo sempre e solo di Spagna, perché poi, dopo due giorni, c'è anche da giocare contro Israele". Il riferimento alla partita del 5 settembre, a Reggio Emilia contro Israele, serve un po' a Ventura a non caricare di pressione solo il match contro le 'furie rosse'. Ma è evidente che la partita con la P maiuscola è quella con gli spagnoli.
"Sono anche un po' eccitato per questa partita – ammette Ventura – e il fatto di avere un solo risultato mi dà stimoli". L'Italia non vuole snaturarsi di fronte a un avversario che sulla carta è più avanti. "Abbiamo un modo di stare in campo – spiega il ct – e, se devo essere sincero, le ultime partite mi hanno detto che c'è grande convinzione da parte dei singoli. Lavoriamo sempre su entrambe le tematiche per passare da una situazione all'altra durante la partita, ovvero dalla difesa a quattro alla difesa a tre". Ventura non nasconde le difficoltà dell'impresa, ma carica i suoi per quella che può apparire una vera e propria impresa, anche alla luce del fatto che il campionato è ricominciato solo da due giornate, e la condizione fisica non è certo ottimale. Infine, il ct aggiunge: "Se penso che l'Italia non vince in Spagna da 70 anni, capisco che se ci riusciamo facciamo qualcosa di grande. E mi interessa che i ragazzi siano arrivati a Coverciano con la voglia di provarci". Secondo il ct "sarà l'adrenalina di questa sfida a sopperire alla preparazione non ancora completa".
Il campionato ha consegnato a Ventura attaccanti già apparsi pronti. Lorenzo Insigne sta trascinando il suo Napoli con gol e assist. "Insigne – afferma ventura – è una certezza. Il futuro è certamente suo, sta facendo benissimo e non da adesso. E sono felice di averlo, sta bene e altera gli equilibri di una partita", Ma perché trovi spazio nell'undici titolare deve poter giocare come attaccante esterno. "Se prendi un giocatore e lo togli dalla sua zona di competenza – spiega il ct – è difficile che renda al meglio. Con Conte fece il trequartista ed ebbe delle difficoltà: a livello di Nazionale i giocatori devono essere messi in condizione di esprimersi al loro massimo livello, ognuno deve fare il proprio ruolo". Anche Belotti, che per il ct "non è ancora un campione, ma è sulla strada giusta per diventarlo", e Immobile hanno realizzato gol importanti con prestazioni convincenti. "Ma in un tridente fanno fatica perché sono due punte centrali e ognuno, almeno in Nazionale, deve fare il proprio ruolo", ripete Ventura come un mantra.
Le chiavi del centrocampo dovrebbero essere nuovamente consegnate a Marco Verratti. "E' pronto, voglioso", assicura il ct. Sul suo ruolo, Ventura sottolinea che "nel Paris Saint Germain fa il metodista quando inizia l'azione, poi la mezzala durante lo sviluppo del gioco e infine il trequartista: è in grado di fare qualsiasi cosa ed è importantissimo per la Nazionale". Ma in casa Italia tiene banco anche il mercato. E Ventura deve spiegare perché non è stato applicato il codice etico della Nazionale per quanto avvenuto con Spinazzola, al centro di un caso di mercato. "Il caso di Spinazzola – riconosce il ct – esula un po'. Se quanto successo fosse avvenuto nell'arco del campionato, avrebbe un senso", ma "questo protocollo è un po' figlio del mercato aperto, devi un po' convivere con certe situazioni". Tra i 25 convocati per il doppio impegno molti sono i giocatori che in questo inizio di stagione hanno visto più la panchina che il campo. Spinazzola, Bernardeschi, Pellegrini e Barzagli hanno giocato pochissimo. Ventura però difende le sue scelte e le spiega così: "Se un giocatore non gioca durante l'anno diventa difficile prenderlo in considerazione. Qui stiamo parlando del fatto che abbiamo giocato un mese fa a Udine, poi non c'è stato più niente. Riprendiamo oggi ed è evidente che io devo ripartire da dove avevo finito. Tanto è vero che io ho convocato gli stessi giocatori che erano a Udine con me. Ho solo convocato Perin al posto di Scuffet. A ottobre, novembre e dicembre, in base al comportamento, in base al fatto che uno giochi o non giochi, cambia radicalmente il ragionamento perché io ho la possibilità di fare delle verifiche. Ieri i giocatori hanno giocato ma io le convocazioni le ho dovute fare il giorno prima, con una domenica di campionato a disposizione, che ha valore quasi zero".
Il ct, infine, difende anche il suo lavoro avviato dopo l'Europeo e finalizzato al ringiovanimento della squadra. "Dovrebbe esserci entusiasmo per quello che stiamo cercando di fare: abbiamo abbassato l'età media della Nazionale di 4 o 5 anni", sottolinea con un po' di amarezza Ventura alla luce delle statistiche che confermano, anche in questo inizio di campionato, che i giovani talenti italiani non sono molto impiegati nei loro club. Per continuare sulla strada del ringiovanimento del gruppo, il ct confida negli stage. "Non vedo l'ora di ricominciare a farli", conclude.
© Copyright LaPresse - Riproduzione Riservata