I senatori hanno esperienza e spessore caratteriale per resistere al logorio di una partita doppia in cui ci sarà bisogno di tutto e di tutti
Non ci sono più vie di fuga, chance, esami di riparazione: dentro o fuori, al Mondiale di Russia oppure nella cayenna di una eliminazione che rischierebbe di fare saltare l'intero sistema calcio. L'Italia di Gian Piero Ventura è ridotta così, allo spareggio contro la Svezia, che non ha più Zlatan Ibrahimovic ma che spesso è stata fonte di dispiaceri. Tutto in 180 minuti, primo passaggio a Solna, periferia di Stoccolma, poi Milano: ovviamente, chi sbaglia è perduto e chi perde ha sbagliato.
La Nazionale parte favorita: di poco, ma favorita. Sulla carta, la cifra tecnica degli azzurri è superiore anche se, per evitare altre brutte figure, il ct ha deciso di aggrapparsi alla vecchia guardia. I senatori hanno esperienza e spessore caratteriale per resistere al logorio di una partita doppia in cui ci sarà bisogno di tutto e di tutti. Pure di testa e cuore. Buffon, Barzagli, Bonucci, Chiellini, De Rossi eccetera eccetera sono la cartina tornasole del pallone italico: a ben considerare, negli ultimi due anni si è costruito poco, troppo poco a dispetto dei proclami, nonostante il nostro calcio non l'Età dell'oro. Capita, questione di cicli.
Sarà determinante la prima gara, un risultato da capitalizzare in vista del confronto di San Siro, confronto da non vivere con l'acqua alla gola e il patema d'amico. La missione Russia va iniziata e definita in Svezia, per rifinirla a Milano: ecco la ragione per la quale l'usato sicuro, in fondo, è la migliore delle soluzioni possibili. Ventura sa che la mancata qualificazione, sia pure dalla porta di servizio, porterebbe al suo licenziamento. Per la verità, non può vivere tranquillo nemmeno il presidente federale, Carlo Tavecchio, che in tempi non sospetti si è già espresso in maniera adeguata sulle conseguenze che avrebbe una bocciatura mondiale. Ci si muove sul crinale di una montagna, è indispensabile che il colpo di vento arrivi dalla parte giusta. Il presuntuoso 4-2-4 ha lasciato il posto al più logico 3-5-2, nella speranza che Verratti finalmente si consacri in maglia azzurra e Immobile 'veda' la porta come in campionato. Se l'Italia fa l'Italia forse siamo in Russia, altrimenti saranno grane. E questo lo sanno tutti, dal ct all'ultimo dei magazzinieri.
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