Per l'attaccante giallorosso "la Juve rimane la favorita, ma quest'anno la lotta è più equilibrata"

"Voglio portare la Roma allo scudetto". Parola di Edin Dzeko. L'attaccante della Roma, intervistato dalla rivista tedesca Kicker, è alla sua terza stagione con la maglia giallorossa. "Il primo anno è andato male perché al City, durante la preparazione estiva, non mi avevano fatto giocare sapendo che sarei andato via. Fisicamente ero fiacco e non fare gol comincia a pesarti psicologicamente. Dovevo ambientarmi alla Serie A", ha ammesso il bosniaco. "Quella prima stagione è stata d'insegnamento. Avrei potuto lasciare la Roma, ma non sono uno che molla. Quell'estate ho liberato la mente dai brutti pensieri, lavorato sul fisico e fatto una preparazione come si deve. Nel calcio è tutto troppo bianco o nero: se Messi e Ronaldo non segnano per due partite si parla di crisi. Non siamo robot, possiamo far bene e a volte meno", ha puntualizzato.

Sull'ambiente romanista, il numero 9 non ha dubbi: "I tifosi a Roma sono incredibilmente fanatici e il calcio qui ha un'importanza esagerata. Allo stesso tempo però giocare davanti a loro ti trasmette quell'entusiasmo che ti dà una spinta in più. È difficile passare inosservati: se uno mi vede a cena parte il caos e in 100 mi chiedono autografi. Se posso evitare di andare in città evito. Però si vive bene, anche mia moglie e i miei figli stanno bene. Stiamo a metà novembre e fa calduccio. In Germania non credo sia così".

Sulla differenza tra campionato tedesco, inglese e italiano: "Gli allenamenti più faticosi li ho vissuti in Bundesliga. La Premier, invece è il "non plus ultra", li è calcio totale. In Italia c'è più tattica e per qualcuno può essere noioso. Io invece qui ho imparato cose che non avevo mai visto in tutta la mia carriera, migliorando in tanti aspetti", mentre sulla sfida attuale in campionato ha detto: "La Juve rimane la favorita, ma quest'anno la lotta è più equilibrata". Sul Var, infine: È strano, perché quando segni non sai se puoi esultare o aspettare che l'arbitro controlli l'azione. Ci dobbiamo ancora abituare, non bisogna abusarne", ha concluso.

 

© Copyright LaPresse - Riproduzione Riservata