Ventura e Tavecchio devono parlarne, ma sembrano inevitabili. Se ne andranno anche i vertici della Figc?
Giampiero Ventura si dimette? Anzi si è già dimesso? Voci circolate con insistenza alla fine della partita con la Svezia. La smentita arriva, prima, dalla Federazione. Ventura conferma la posizione federale, chiede scusa agli italiani e spiega che nel dopo partita non si è parlato di dimissioni. Fa capire che le dimissioni, probabilmente, ci saranno ma che è necessario parlare prima con Tavecchio "di tante cose". Si pensa ad accordi economici da rispettare e si parla anche di altre persone che dovrebbero lasciare a partire dallo stesso presidente Carlo Tavecchio: il fallimento è epocale e, secondo molti commentatori, l'intera struttura del calcio italiano dovrebbe rimettere il mandato nelle mani del presidente del Coni, Malagò.
Si discute anche molto dello scontro che ci sarebbe stato nelle ultime settimane, di dimissioni minacciate da Ventura quando ha avuto la certezza che la squadra (senatori in testa) non era assolutamente convinta del suo operato sia dal punto di vista del modulo (4-2-4 o 3-5-2) che degli uomini da schierare. Questa sera, però, la squadra messa in campo era molto "Venturiana" e e non si può dire che i giocatori non si siano impegnati alla morte. D'altra parte, uno screzio c'è stato, quello con De Rossi che, mandato a scaldarsi ha protestato dicendo: "Dobbiamo segnare, metti dentro gli attaccanti". Ventura ha mandato in campo El Sharawy e Belotti, ma non Insigne. E lo scarso utilizzo del fantasista napoletano potrebbe essere stata un'ultima questione di dissendo tra il ct e la squadra.
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