Il numero uno del calcio italiano era dato in uscita. Ma potrebbe aver cambiato idea

Dopo la catastrofe dell'eliminazione dell'Italia dai mondiali 2018 e la riunione informale convocata in tutta fretta a 48 ore di distanza dalla gara contro la Svezia per dare il benservito a Gian Piero Ventura lunedì in Figc sarà il 'D-day'. Una giornata in cui in Via Allegri potrebbe consumarsi il ribaltone.

Ma i giochi, nelle ultime ore, si sono riaperti e gli scenari possibili sono diversi. Il primo, quello che sembrava il più probabile è che Carlo Tavecchio sia stato costretto a prendere in seria considerazione la scelta di presentarsi dimissionario. In serata, però, a Sky Calcio Club, la trasmissione di approfondimento della domenica sera con Caressa, Mauro, Vialli e Bergomi, lo stesso Caressa ha fatto sapere che ci sarebbero importanti novità. Due in particolare: 1) Tavecchio sembra di nuovo intenzionato a tener duro o, quantomeno, a presentarsi pienamente in carica. La decisione delle dimissioni potrebbe arrivare, ma solo alla fine della riunione nel caso che la richiesta della maggioranza dei consiglieri diventi pesante e impossibile da reggere. 2) Torna il discorso del comissariamento. Il presidente del Coni Malagò, nei giorni scorsi, aveva spiegato che il commissariamento, allo stato è impossibile perché è necesario che ricorra almeno una di tre situazioni: malfunzionamento della giustizia sportiva, campionati bloccati e gravi irregolarità amministrative. Secondo Caressa e l'inviato di Sky, Alessandro Alciato, ci sarebbe, invece un possibilità di commissariamento. La spiegazione sarebbe più o meno questa: Tavecchio entrerà in consiglio non dimissionario (avrebbe 10 voti su 17) ma potrebbe perderne per strada. Se la situazione fosse tale da impedirgli di continuare (cosa abbastanza probabile) il presidente della Federcalcio lascerebbe la carica a fine riunione e verrebbe sostituito da un triumvirato che potrerebbe una Figc di fatto commissariata alle nuove elezioni.

Tavecchio è attaccato da più parti, dalla politica ed anche dal Coni con Malagò che gli ha consigliato pubblicamente di fare un passo di lato. E stasera, ospite a 'Che tempo che fa', il presidente del Coni torna a parlare dell'addio del numero uno della Figc. "Io penso che domani Tavecchio si presenterà dimissionario in consiglio federale. Io penso che domani lui si dimetterà". 

Fino ad oggi la sua forza era data dal consiglio federale ma ora, assodata la contrarietà al suo operato dell'Assocalciatori, anche la Lega Pro spinge per andare alle elezioni. Con Lega A e B commissariate, la prima dallo stesso presidente federale, l'ex numero uno dei Dilettanti potrebbe trovarsi ancora in maggioranza ma con numeri tanto, troppo, risicati per poter portare avanti un piano di rilancio del calcio italiano. In un'intervista a 'Le Iene' (un metodo che non è stato apprezzato anche da persone a lui vicine, ndr) Tavecchio ha confessato di non dormire da giorni ammettendo l'errore commesso nello scegliere Ventura come Ct ma scaricandogli allo stesso tempo addosso le principali colpe della disfatta. Quella della nuova guida della nazionale è comunque un discorso separato e completamente diverso da quello che riguarda il futuro del presidente federale. Non sarà certo il 'no' di Carlo Ancelotti a far eventualmente terminare l'avventura del presidente in Via Allegri. Certo, il presentarsi con un grande nome per la panchina al consiglio federale sarebbe stato un bell'asso nella manica ma la questione non è di natura tecnica quanto politica. Tavecchio sa di essere ai minimi storici di gradimento ed anche i membri del consiglio che lo sostengono ne sono pienamente coscienti. Per questo potrebbe essere proprio lo stesso capo del pallone italiano a fare quello che da più parti viene considerato come 'un atto di responsabilità' lasciando libera la poltrona. Nel caso le nuove elezioni dovrebbero tenersi entro 90 giorni e non è escluso che lo stesso presidente in carica possa decidere anche di ricandidarsi un'altra volta. Si tratta però di un futuro lontano in una federazione che, oggi più che mai, è chiamata a vivere il presente per far partire il processo di ricostruzione dopo l'Apocalisse. 

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