Il tecnico guarda avanti dopo il caso dello schiaffo. E sul big match tra Napoli e Juve: "Spero in un pari così restiamo tutte lì"
"De Rossi? La prima cosa che ho fatto è dargli uno schiaffo come quello che ha dato lui a Lapadula… Al di là delle battute, ha sbagliato, anche se non è la prima volta che succede, si è scusato pubblicamente anche in maniera forte ma come con un figlio non va abbandonato nei momenti di difficoltà, ma aiutato". Sono le parole, in conferenza stampa, di Eusebio Di Francesco, tecnico della Roma, alla vigilia del match casalingo contro la Spal. Il tecnico giallorosso è tornato a commentare l'episodio dello schiaffo di De Rossi a Lapadula in Genoa-Roma e che è costato l'espulsione al centrocampista. "Riguardo il discorso disciplinare c'è un regolamento della società e uno interno fatto da me e i giocatori, condiviso, e lui pagherà le conseguenze in base al regolamento interno che rimane interno. Però ci saranno dei provvedimenti come è giusto che ci siano, poi si riparte da zero. Lui che è un vero romanista ha bisogno di sentire la gente accanto in un momento di difficoltà", ha aggiunto Di Francesco.
IL MODULO E SCHICK. "Quando qualcosa va bene, cambiarlo mi sembra assurdo e sbagliato", risponde il tecnico, a chi gli chiede se quando Schick scenderà in campo effettuerà un cambio di modulo: "La presenza di Schick non dovrà stravolgere tutto. Lui è un giocatore con grandi qualità ed è un valore aggiunto per la nostra squadra, in tutte le zone del campo. Può giocare centravanti o in supporto a un attaccante, che sia più esterno o appena un pochino più dentro", ha aggiunto l'allenatore della Roma. Infine una battuta sul giovane Pellegrini: "È un '96 e i giovani vanno supportati, non messi alla gogna. Deve vivere con più serenità questa nuova avventura e io sono qui per aiutarlo".
NAPOLI-JUVE. Sul big match del San Paolo dichiara: "Mi auguro in un pari così restiamo tutte lì". "Obiettivamente il Napoli ha le potenzialità per diventare una squadra da scudetto. Vedremo", ha proseguito il mister giallorosso. "Cosa invidio a Juve e Napoli? Invidiare non fa parte nè della mio carattere nè del mio lavoro. Di certo allenare una squadra da tanto tempo è una cosa fondamentale, ma non è invidia, semplicemente un dato di fatto", ha concluso Di Francesco.
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