Subito in vantaggio con Matuidi, i bianconeri si distraggono e si fanno raggiungere da Caceres. Poi ci pensa l'argentino con una doppietta

Paolino Dybala ha rimesso pollice e indice sotto il naso, davanti alla bocca, recuperando la gestualità di quando festeggia un gol. Il suo, tredicesimo in campionato, ha consentito alla Juventus di uscire da una situazione pelosa. Il quattordicesimo, invece, ha messo la pietra tombale sulla sfida con il Verona e lo ha riconsegnato a una dimensione assolutamente eccezionale. La Joya ha segnato due volte di destro, che è il suo piede meno 'benedetto': anche questo dettaglio forse rientra nel mix di riscatto-vendetta dell'argentino.

Se il Napoli rimane avanti solo di un punto il merito è quasi esclusivamente suo, di Paolino, più che della brutta Juventus del Bentegodi. La vittoria di un singolo, di un campione ritrovato. La facilità con la quale i bianconeri hanno schiodato il risultato – vale a dire dopo appena sei minuti, il tempo necessario affinché Higuain centrasse il palo con un destro violentissimo e, sulla ribattuta, Matuidi trovasse l'angolino con un tiro sporco – ha illuso che la partita potesse diventare una sorta di mattanza di fine d'anno. Invece un po' i campioni d'Italia hanno abbassato il ritmo e hanno iniziato a sbagliare persino gli appoggi più elementari, un po' è uscito dal guscio il Verona, in maniera tale che tutto rimanesse in bilico per un bel pezzo. E' vero che Higuain si è divorato il raddoppio (40') e che sempre il Pipita ha illuso con una punizione a giro terminata di poco a lato, però non tutto ha funzionato a dovere nella squadra di Allegri. Che, dopo sette incontri, è tornata a subire gol.
 

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